Recensione: Path of Fire
Il terzo album in 5 anni è, per gli Aeon, l’apice di un percorso stilistico che li ha visti rendere sempre più massiccio il calibro della propria carica aggressiva. La death metal band svedese, ma di cultura profondamente floridiana, infatti, ha tirato fuori, con questo Path of Fire, un’altra chiara dimostrazione di maestria nel suo personalissimo campo. Coccolati da diversi esponenti della vecchia scuola americana, i cinque di Ostersund hanno conseguito nuovamente il massimo dei voti per l’apprendimento dell’ABC del death metal più brutale da professori del calibro di Morbid Angel, Cannibal Corpse ed Hate Eternal, con un disco che non prevede ricami e modernismi di alcun genere.
Dal punto di vista lirico, l’attitudine anti-cristiana del combo non si è amorzata ed è corroborata dalla malvagia maestosità dei riff dell’ex The Equinox ov The Gods Daniel Dlimi, vero mastermind delle atmosfere blasfeme di brani come Abomination To God, Of Fire e God of War. Nulla viene lasciato intentato nella personalissima “crociata” degli Aeon, finanche il titolo di una breve strumentale di chitarra classica come Total Kristus Inversus deve servire allo scopo.
Musicalmente, d’altronde, Path of Fire è un aggressione che non ha mai fine: tracce come Kill them all o come l’anthemica I will burn raderebbero al suolo qualsiasi audience e sono solo due esempi presi quasi a caso vista la compattezza e l’uniformità di spirito di un album che non concede tregua. Difatti il blast beat incessante di Nils Fjellström e la terrificante, instancabile voce di Tommy Dahlström sono indici di una assenza di quella complessità peculiare che, anche se a piccoli bocconi, gli Aeon ci propinavano di tanto in tanto all’interno delle proprie partiture. L’impressione che ho avuto è che, nella composizione di questo lavoro, essi abbiano cercato ostinatamente di creare tracce dirette e ricche di grande impatto da spendere poi in sede live. Una qualche ombra di variabilità traspare ormai solo da qualche raro ed istantaneo cambio di tempo o dalle sole chitarre che, nella velocità estrema dell’incedere complessivo, tessono assoli apprezzabili che spezzano un po’ il mood imperante.
Un lavoro che sicuramente troverà molti estimatori negli appassionati più oltranzisti del genere, perchè di sicuro al primo ascolto non lascia respiro, ed il lavoro dietro al banco mixer di un sapiente maestro come Erik Rutan ha tirato fuori, come da copione, un suono che tira giù le montagne ma allo stesso tempo pulitissimo, che rende perfettamente distinguibili le linee di ciascun strumento. Quello che mi chiedo è quanto possa restare all’interno di uno stereo un disco del genere, di cui si fa fatica a tenere a mente più dei due o tre riff migliori.
Path of Fire è un disco dall’omogeneità (e qui lo dico in senso negativo) disarmante. Un’evoluzione, come ho detto ad inizio recensione, per una carriera da mestieranti che vogliono rubare i trucchi del mestiere a chi li ha preceduti, ma a mio parere una chiara involuzione dal punto di vista artistico da parte di una band che già non si distingueva per originalità e che, se non vorrà sparire nel giro di pochi anni in un dimenticatoio, dovrà far di più che accontentarsi di scarne sufficienze da chi ha fatto il minimo indispensabile sul suo compitino.
Il death metal odierno è pieno di gruppi con idee nuove che meritano davvero di essere seguiti, dei cloni si può tranquillamente iniziare a farne a meno.
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
Tracklist
01. Forgiveness Denied 04:07
02. Kill Them All 03:13
03. Inheritance 03:41
04. Abomination To God 03:46
05. Total Kristus Inversus 01:38
06. Of Fire 04:06
07. I Will Burn 03:15
08. Suffer The Soul 03:36
09. The Sacrament 04:23
10. Liar In The Name Of God 04:17
11. God Of War 05:56
Durata totale 41:48
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