Recensione: Pathology [EP]
Oggetto di questa recensione è Pathology, EP d’esordio dei Triestini Gravelead. Un EP che in realtà annovera ben nove pezzi, abbastanza quindi da poterlo considerare un vero e proprio full-length, anche se gli ultimi due pezzi sono proposti come bonus tracks. L’album è autoprodotto, in quando la band è per il momento senza contratto discografico ed è stato registrato al Track Terminal Studio. Dopo le dovute presentazioni, andiamo a esaminare la creatura di Alice (chitarra e voce), Gabriel (chitarra), Wally (basso) e Rob (batteria).
Sia chiara una cosa, sin dall’inizio: la musica contenuta in questo platter è un thrash che più thrash non si può. Chiarissimi, infatti, sono i riferimenti ai primi Slayer, Testament, Metallica: gruppi tra l’altro citati dalla band stessa sotto la voce “influenze”. Per la verità però, l’intro che ci accoglie è tutto fuorché il classico brano thrash: poco più di un minuto di organo, molto bello e d’atmosfera che fa però pensare più a un disco death o black. Passata questa breve introduzione d’apertura, tocca a “On This Grave” aprire le danze. Un ritmo cadenzato prepara il terreno per quello che si rivelerà uno dei brani più spinti del lotto. Poche, pochissime note e sembrerà di essere scaraventati indietro nel tempo.
Avrete notato in apertura il nome, Alice, che si cela dietro al microfono. Ebbene, se non avessi approfondito il gruppo (per ovvi motivi), mai e poi mai avrei sospettato che si trattasse di una gentil donzella: la voce è letteralmente indiavolata, distruttiva, furiosa, ben più di tanti altri colleghi maschietti. Una violenza canora veramente spiazzante, che ci accompagnerà per tutta la durata dell’album. Quando si dice ‘avere le palle’!
“The Arrival Of Satan” è il prossimo pezzo e la musica non cambia. Tempi veloci con qualche rallentamento ‘di mestiere’, vocals strappa-corde vocali e batteria martellante. E’ ora di rifiatare ed è “Sudarium” a permettercelo, mid tempo molto (troppo) ‘Slayer-oriented’ con una breve accelerazione finale. Il lavoro dei musicisti è più che buono, ma i primi sintomi di ‘monotonia’ iniziano purtroppo a farsi vivi. “Sudden Death” non fa che confermare questa sensazione. Pezzo breve ed intenso, dove ancora una volta è la furia più sfrenata a farla da padrona.
Siamo giunti a più di metà album ma purtroppo la situazione non migliora con le successive “Bleed Hard for Me”, “Surgery” (chiudiamo gli occhi e – ancora una volta – l’eco degli Slayer è fin troppo presente), “Bloodbath” (da sottolineare la bella prestazione alla chitarra solista) e la conclusiva “The Exceptional Rape”, che mette fine a questo Pathology senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già detto. Terminato l’ascolto, infatti, mi sono sentito ‘vuoto’. Certo, per il 90% del tempo si picchia forte e in alcuni punti l’headbang nasce spontaneo ma… manca qualcosa. Alcuni la chiamano personalità, altri originalità. Io credo che siano entrambe le cose, in grandissima parte, a mancare. Pathology è fin troppo derivativo.
Ammirazione per rabbia e fondamentalismo, oltre che per un amore incondizionato verso quei primi anni ottanta che hanno visto nascere il nostro genere musicale preferito. Purtroppo per i Gravelead però al giorno d’oggi è necessario quel ‘qualcosa’ in più per emergere dall’infinita proposta musicale che sfrutta la scia della seconda giovinezza thrash. Ormai i propri bagagli tecnici e compositivi devono saper guardare oltre i bpm e dal ‘chi suona il riff più veloce’. I Gravelead in questo devono migliorare molto se vogliono dire la loro. Aggiungiamo poi che la produzione di certo non aiuta. Vero, si tratta pur sempre di un lavoro ‘fatto in casa’, ma il primo a soffrirne è il basso, spesso poco udibile e sovrastato dalle chitarre. Comunque, una sufficienza la meritano per la loro proposta, se non altro come incoraggiamento per far meglio in futuro.
Andrea “Blitz” Pinazzi
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Track-list:
1. Intro (Evil Rises)
2. On This Grave
3. The Arrival of Satan
4. Sudarium
5. Sudden Death
6. Bleed Hard For Me
7. Surgery
8. Bloodbath (bonus track)
9. The Exceptional Rape (bonus track)
Line-up:
Alice Murder – Vocals, Guitar
Gabriel Gein – Guitar
Wolly – Bass
Rob Palooza – Drums