Recensione: Perception Of This World
Una delle uscite discografiche di quest’anno più attese dal sottoscritto era proprio “Perception Of This World” dei thrasher lombardi Ancient Dome.
Ormai avrete capito quasi tutti che sono particolarmente legato a questa corrente artistica, e come tale ho sempre avuto una decisa predilezione per tutto ciò che brulica nei bassifondi in cui domina il viscerale contatto con l’attitudine da strada. Dove fare musica, anche oggi, significa mettere a ferro e fuoco i piccoli locali come i palchi dei più grandi festival. E mai momento è stato tanto ricco di valide realtà come ora, sia in Italia, sia all’estero. Molti i vecchi nomi che escono allo scoperto dopo anni di sopravvivenza all’ombra del grunge, del progressive, dello swedish, più o meno famosi. Ora il momento è arrivato e pure la costanza produttiva di certe band meno famose lo dimostra.
Per quanto riguarda gli Ancient Dome c’era già una mezza certezza. Albums come il precedente del 2009 “Human Key” non escono tutti i giorni. Le domande appaiono quindi spontaneamente dettate dalla curiosità. Saranno cresciuti? Avranno confermato quanto di buono ideato sul precedente? Oppure dobbiamo aspettarci un buco nell’acqua?
Un sospiro di sollievo scarica ogni attesa tensione quando “Perception Of This World” gira nel lettore. Il disco si allinea qualitativamente al precedente, ma lo fa in maniera evoluta se si considera che ogni brano, ora, ha una personalità più definita. Grazie a sostanziose iniezioni di melodia, gli undici pezzi si ascoltano con maggior piacere. La velocità media è forse un po’ aumentata e non sono così rari i richiami a quanto introdotto dalla scena swedish d’inizio anni novanta. Parecchie le accellerate scandite dalle convincenti martellate di Giorgio “Joe” Alberti. Altrettanto interessanti alcune concezioni ritmiche che sfiorano i confini del prog, dati i cambi di tempo del raffinato drumming e le aperture armoniche, le riprese in progressione e gli ‘stop & go’. Sufficiente la quantità di soli degni di nota in grado di ricamare e arricchire il songwriting e di conferire ai brani una personalità degna di rispetto.
L’ascolto della title-track lascia a bocca aperta: un concentrato d’idee da far accapponare la pelle se si pensa che questa band naviga ancora a livello underground e, sebbene i riferimenti a gruppi del passato (e del presente) siano evidenziabili senza particolar difficoltà, è pur vero che ogni accorgimento è portato a livelli elevatissimi. Non più scopiazzature quindi, come fanno tanti (e con successo pure …), ma tentativi di ripescare dal passato il meglio e di trasformarlo in qualcosa che, più che un revival, appaia un nuovo punto di partenza, rinnovato e interessante.
Ecco allora che brani come la ricercata “Predominance”, l’intensa “Confused Certainty”, la tragica ‘ballad’ “Dream Again” (validissime le sezioni vocali), piuttosto che la title-track o la devastante e mozzafiato “DevastHate”, corrispondono ai desideri di coloro che non si attendono dalle thrash metal band un copia/incolla delle origini. Un’aspettativa, cioè, per uno stile che non snaturi queste ultime ma che sia figlio di una revisione coerente e pulsante delle medesime emozioni che spinsero un’intera generazione di musicisti a imbracciare gli strumenti per cacciar fuori rabbia e denuncia.
Il missaggio lascia un po’ a desiderare quando si tratta di enfatizzare l’operato della chitarra solista, spesso soffocata dal contorno; tuttavia nel complesso l’insieme appare ben esposto data la costante presenza di tutti gli strumenti. Bene anche la voce di cui si apprezza la volontà di sperimentare con teatralità certi passaggi nonché la riuscita dei cori, azzeccati e ben collocati all’interno dei ritornelli.
Consigliatissimo agli amanti della scena tecno-thrash moderna.
Nicola Furlan
Discutine sul forum nel topic relativo!
Lista brani:
01. Intro (Mission)
02. Liar
03. When Day Dies…
04. Predominance
05. Perception of this World
06. Confused Certainty
07. Dream Again
08. Gordian Knot
09. Face The Facts
10. Collision
11. DevastHate
Formazione:
Paolo “Paul” Porro: Voce/Chitarra
Alessandro “Ale” Fontana: Chitarra
Matteo “Cuz” Cuzzolin: Basso
Giorgio “Joe” Alberti: Batteria