Recensione: Perdita del Tempo

Di Riccardo Angelini - 12 Dicembre 2007 - 0:00
Perdita del Tempo
Band: Willow
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2007
Nazione:
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73

Nuova linfa vitale per il prog rock made in Italy. A rinnovare le certezze circa la buona condizione di salute dell’underground progressive tricolore giunge l’esordio dei lecchesi Willow. Nata sul finire della scorsa decade, la band lombarda è andata incontro a molteplici rivolgimenti di line-up fino ad approdare, nel corso dell’ultimo triennio, a quello che si può considerare il suo assetto definitivo. Anno di volta nella carriera dei Willow può dirsi il 2006: durante l’estate la band vince il concorso “Sottosuono” – patrocinato dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Lecco – e realizza un videoclip per il brano “Brucia La Strega”.

 

Finalmente, nel 2007 vede la luce “Perdita Del Tempo”, frutto della collaborazione con la cooperativa sociale La Linea Dell’Arco, qui presentato in una versione non completa e finora pubblicato in cinquecento copie. Dei quattordici brani inizialmente previsti dal progetto, infatti, sette sono quelli che trovano posto nella tracklist di questa sua prima incarnazione, per un totale di quaranta primi, ampiamente sufficienti per farsi un’idea ottimistica del valore e delle potenzialità della band.

Affondando le radici nel fertile terreno del prog italiano anni ’70, i Willow propongono un rock eclettico e raffinato, valorizzato da una produzione adeguata e irrobustito da un riffing che strizza sovente l’occhio a influenze prettamente hard n’ heavy. Il connubio appare azzeccato già dalle prime note dell’opener “Pressurizzazione”, in cui l’incedere pesante e cadenzato delle chitarre ben si coniuga con le trame degli arabeschi intessuti dalle tastiere. Gli intrecci strumentali si confermano a più riprese l’autentico punto di forza della band: il disegno di brani quali l’avvincente “Brutti Sogni” e soprattutto dell’ottima “Brucia La Strega” (a buon diritto fiore all’occhiello della band) affascina grazie a soluzioni ritmico/melodiche suggestive e mai prevedibili. Discorso a parte va riservato per la prova vocale di Massimiliano Anfuso, a conti fatti più chitarrista che cantante. Pressoché impeccabile alle sei corde, il musicista lecchese non si impone con la medesima costanza al microfono, e se pure talora riesce a trarsi d’impiccio inasprendo i toni – così accade per esempio su “La Fata Della Forza” – non può fare a meno di prestare il fianco nel corso dei passaggi più impervi. È quel che si nota sulla sorniona “Resistente” o sull’accattivante “Senza Te”, senza dubbio ammirevoli dal punto di vista strumentale ma discontinui da quello vocale.

 

È certamente questo il settore su cui la band dovrà lavorare con più impegno nel futuro; per il resto la base è affatto solida e i meriti della band – già suffragati dal successo nel concorso “Sottosuono” che sta alla base della realizzazione di questo progetto – non potranno passare inosservati agli appassionati del settore. L’augurio è dunque di poter saggiare quanto prima il valore dell’opera completa – opera della quale questo primo album offre un cospicuo e più che soddisfacente assaggio, foriero di promesse impegnative per il futuro di questi ragazzi. 

 

Riccardo Angelini

 

Tracklist:

1. Pressurizzazione

2. Resistente

3. La Festa Della Forza

4. Brutti Sogni

5. Brucia La Strega

6. Senza Me

7. Incompleto

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