Recensione: Perfectly Calm
Under The Shadow Of Fear, l’esordio ufficiale dei bulgari Darkflight datato 2002, ci presentò una band coraggiosa, che proponeva del black/doom metal dalle forti velleità sinfoniche; inficiato, però, da una produzione estremamente amatoriale che dava eccessivo risalto alle tastiere a scapito delle chitarre, il primo album del progetto di Ivo Iliev, pur contenendo valide intuizioni a livello di songwriting ed essendo contraddistinto da una certa originalità stilistica, presentava ampi margini di miglioramento e non riusciva a spingersi oltre la sufficienza. Poi, la svolta: un paio d’anni dopo uscì un nuovo promo, e fu tutta un’altra musica. La componente doom prese il sopravvento su quella black, la produzione acquistò notevolmente in potenza, le melodie si fecero più efficaci, e le canzoni più complesse, più interessanti; come se non bastasse, sul sito ufficiale dei Darkflight vennero messe a disposizione da scaricare ancora altre tracce che confermarono la bontà della direzione intrapresa.
Passano un altro paio d’anni, Ivo viene affiancato stabilmente da un secondo componente (Dean Todorov), ed è la volta di un nuovo EP, Distant Pain: il livello qualitativo cresce ancora, le basi per un full-length coi fiocchi ci sono tutte. Dall’EP all’album il passo è stato breve, Perfectly Calm adesso è qui, ed è la dimostrazione che le promesse sono state completamente mantenute. I Darkflight sono ora un gruppo maturo, consapevole delle proprie capacità, in grado di mettere a frutto il proprio talento, e che soprattutto produce musica di eccezionale qualità.
Il genere con cui abbiamo a che fare è dunque un mix fra doom e black melodico, con una forte preponderanza del primo sul secondo. Tempi mediamente lenti, abbondanza di tastiere, e soprattutto abbondanza di atmosfera: ora malinconica, ora epica, ora funerea, ora solenne… Perfectly Calm è un viaggio dalle numerose sfaccettature, la cui poliedricità è in grado di riservare più di una sorpresa all’ascoltatore. Ma l’atmosfera da sola non basterebbe, ed è qui che viene il bello, perchè la struttura compositiva che le fa da impalcatura è ancora più sorprendente: tra sezioni più sostenute, momenti di languida tranquillità, passaggi dall’incedere plumbeo e maestoso, arpeggi splendidamente decadenti, coinvolgenti intermezzi di tastiere e galvanizzanti partiture di chitarra solista, è impossibile non venire rapiti dalla vibrante energia che anima le canzoni. Il fluire è scorrevole, unitario pur nella sua varietà, ogni mutamento di registro è sapientemente orchestrato, e non si ha mai l’impressione di star ascoltando un collage frettoloso; al contrario, un’attenzione certosina e una passione viscerale battono nel cuore delle composizioni di Perfectly Calm. Tanta complessità è fortunatamente supportata da una produzione eccellente, che assicura un sound professionale ed ottimamente calibrato; le tastiere, pur ritagliandosi spazi consistenti, sono perfettamente bilanciate col resto degli strumenti, e forniscono un substrato d’atmosfera sul quale s’innestano delle chitarre dal suono pieno, roboante, tagliente, ed una batteria che scandisce colpi con una potenza impressionante. Lo stile vocale, poi, è un altro dei principali punti forti del platter, ed è costituito da un graffiante ibrido fra growl e scream, che, con la sua asprezza e la sua intensa espressività è in grado di sottolineare in modo efficace sia i frangenti più melodici che quelli più pesanti.
L’album è composto da otto tracce, tutte di durata considerevole, per un totale di circa un’ora di musica. Le canzoni, anche se uniformate ad uno stile ben definito, sono tutte immediatamente riconoscibili ed adeguatamente differenziate fra loro, così da fornire un ascolto eterogeneo ma compatto; la tracklist è del tutto priva di punti deboli, ogni traccia è una pennellata di un affascinante dipinto dai toni foschi, inquietanti, magnetici. Menzione d’onore anche per l’artwork molto evocativo, che aggiunge valore alla presentazione dell’album ed evidenzia ulteriormente la grande cura profusa per la sua realizzazione.
Paragonando Under The Shadow Of Fear con Perfectly Calm, i miglioramenti sono a dir poco strepitosi. Nel giro di pochi anni Ivo Iliev ha saputo compiere passi da gigante, che hanno portato i suoi Darkflight non solo ad essere una delle band più interessanti del moderno panorama doom, ma anche a sapersi distinguere con uno stile estremamente personale ed un’ispirazione compositiva assolutamente fuori dal comune. Perfectly Calm è un vero e proprio gioiello, uno dei migliori album doom usciti negli ultimi anni, ed è la testimonianza dell’incredibile maturazione artistica di un musicista che senz’altro in futuro farà ancora parlare di sè. L’acquisto è praticamente obbligato per ogni appassionato di doom metal complesso, melodico e d’atmosfera: musica di caratura talmente pregiata non se ne sente molto di frequente.
Giuseppe Abazia
Tracklist:
1 – Indifferent (09:35)
2 – Dissolving Into Nothingness (07:13)
3 – Distant Pain (05:14) (mp3)
4 – Perfectly Calm (06:46)
5 – Yet Here I Stand (07:50)
6 – Better Than Real (05:07)
7 – Regard D’Outre Monde (07:44) (mp3)
8 – L’Ether Astral (10:14)