Recensione: Pestilence, War, Famine And Death

Di Daniele D'Adamo - 20 Dicembre 2012 - 0:00
Pestilence, War, Famine And Death
Band: Scylla
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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78

Nel campo fecondissimo delle autoproduzioni non di rado si possono cogliere lavori interessanti, meritevoli magari di una visibilità maggiore di quella che può offrire l’underground. È il caso, per esempio, di questi Scylla, capaci di dare alle stampe un full-length completo di tutti i particolari dopo un solo anno di attività. Se, però, si riflette sul fatto che essi provengano dalla nuova Patria del death metal, cioè la Polonia, allora tutta la questione ha un fondamento di sostanza che può spiegare, almeno in generale, perché “Pestilence, War, Famine And Death” sia un disco che meriti senz’altro la dignità della firma di un contratto discografico.

Il package si presenta difatti in tutto e per tutto come il frutto di una produzione professionale. Quel che serve, c’è: un artwork semplice ma curato, i testi delle canzoni, il suono. Sì, il suono, davvero pulito e cristallino, ordinato e chiaro per mostrare nel miglior modo possibile lo stile musicale dei Nostri. Che, nonostante tengano a proporre come proprio emblema la scritta ‘Metal/Electronica’, sono in realtà fautori di un durissimo, violento e brutale cyber death metal. Elettronica, senz’altro, ma innestata su una granitica matrice la cui natura primigenia è solo e soltanto il death metal. Malgrado la meccanicità del sound possa richiamare i Fear Factory, e questo è anche ovvio dato il genere, gli Scylla evitano le facili melodie concentrandosi maggiormente sulla pesantezza dello stile e sulla ricerca dell’emotività. Richiamando così con più naturalezza i connazionali Crionics, giusto per le atmosfere gelidamente inumane e infinitamente ghiacciate generate dagli inserti dei synt.

Del resto, Marius Kurpiewski affronta le linee vocali con un growling bestiale, ferale, aggressivo; lontano anni luce dalle clean vocals di Burton C. Bell, giusto per fare un esempio non a caso. Se comunque manca del tutto l’impronta catchy, qua e là il combo di Stettino lascia delle armonizzazioni assai piacevoli e coinvolgenti che, come una lama d’acciaio sul ghiaccio, stridono con l’argentina superficie del possente muro di suono costruito dalle chitarre di Paweł Halec e Waldemar Jędruszak. La mitragliante sezione ritmica, dai connotati non-umani, chiude grazie a Marius Migala (basso) e Piotr Wiechnik (batteria) la quadra di sound magari non originalissimo ma tagliato e poi rifinito alla perfezione, riferendosi a tale termine – soprattutto – per il flavour totalmente moderno della proposta. Una sorta di old school death metal ‘rovesciato’, che mantiene intatte le peculiarità-base del genere per spingerle verso il modernismo anziché una foggia conservatrice, insomma.
     
L’arcigno piglio con il quale Kurpiewski e soci affilano le loro armi, che da un lato conduce a una musica la cui consistenza, regolarità e continuità stilistica sono caratteristiche presenti in ogni frangente, dall’altro non impedisce loro di sbizzarrirsi, e neppure male, con la scrittura di song abbastanza varie e movimentate, sì da rendere “Pestilence, War, Famine And Death” una preda appetibile per molti palati. Anche fini oltre che robusti. La pretenziosa (nel titolo) “We Can Be Legends”, per dire, si manifesta in tutta la sua bontà, per davvero, una volta messa sul piatto. Ritmiche cangianti, blast-beats a cascata, cori riottosi, riff sega-ossa, soli strappa-pelle, fanno da contorno a una prova egregia di Kurpiewski e a un chorus clamorosamente evocativo e leggendario. Come da titolo, appunto. Molto buona, pure, “Disillusioned MMXII”; lacerata da un substrato tremendo come entità della pressione sonora, penetrata dalle fredde lame delle tastiere e, per una volta, colorata da qualche vocalizzazione pulita. Da mettere in conto, anche, la strumentale “The Grey”, cartina al tornasole dell’evidente talento a tuttotondo posseduto dai cinque polacchi.   

Un talento che deve necessariamente condurre alla firma con una label in grado di supportare un ensemble altrimenti sprecato per l’underground delle autoproduzioni: “Pestilence, War, Famine And Death” è un’opera esauriente in grado di fissare lo stato evolutivo del death metal come poche altre. Per questo, sarebbe assolutamente un peccato che rimanesse lì, nel limbo del ‘fai da te’.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. The Anthem Of Lost 3:54
2. Hate Breeds Hate 3:40
3. Enough Of Lies 3:39
4. Meet My Dark Side 3:57
5. Reaching The End 4:13
6. The Grey 2:52
7. Miss Takes 3:54
8. Stalemate 3:29
9. Executioners 3:49
10. We Can Be Legends 3:50
11. Disillusioned MMXII 4:00                                       
    
Durata 41 min.

Formazione:
Marius Kurpiewski – Voce
Paweł Halec – Chitarra
Waldemar Jędruszak – Chitarra
Marius Migala – Basso
Piotr Wiechnik – Batteria

Ospiti:
Michał Piesiak (Materia) – Voce in “Executioner”
Kamil Zieliński (Diamonds And Guns) – Voce in “Disillusioned MMXII”
 

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