Recensione: Phaze I

Di Alberto Fittarelli - 24 Agosto 2006 - 0:00
Phaze I
Band: Phaze I
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

È ormai assodato, l’innovazione nel 2006 passa per la Francia. Gruppi come
Hacride, Gojira, Scarve, Yyrkoon, Trepalium ed i gloriosi Misanthrope imprimono
un’impronta – se non sempre qualitativamente ottima, vedi Misanthrope appunto –
perlomeno personale, originale, creativa: caratteristica di cui ogni scena
necessita per vivere e fiorire.

Nell’elenco succitato ho però dimenticato i Lyzanxia, che zitti zitti
hanno già pubblicato 3 album, l’ultimo in uscita a breve su Listenable, e che
costituiscono la band-madre di questi Phaze I: il thrash melodico di quel
gruppo costituisce solo l’ossatura però per questa band, che si sposta
decisamente su lidi più moderni. Siamo infatti sui canoni cari agli ultimi
Strapping Young Lad, con l’aggiunta di fattori death e industrial anche più
accentuati, e che rendono il tutto estremamente fresco e vivace.Non sentirete
magari l’irresistibile bisogno di ascoltare Phaze I tutto il
giorno, anzi: questo è un album che sedimenta, matura, che si fa lasciare da
parte per un po’ per poi essere ripreso e riscoperto. Brani come Screams Of
Dying Dogs
sposano il vento di modernità che pervade la scena transalpina
di questi tempi e lo portano sulle coordinate care alla band, distinguendolo dai
connazionali in modo netto. Riff thrash, brevi sfuriate death melodico, voci
pulite ed inserti tra il sinfonico ed il futuristico, il tutto in un solo brano.

Ma ci sono i riff spezzacollo di New Archetypes, l’aura apocalittica
di The Guide, l’atmosfera urbana, notturna ma energica che intride tutto
l’album a riempire una tracklist colma di idee, come fa bene sentire ogni tanto.
Non sono tutti capolavori, ma i fratelli Potvin, responsabili del
progetto insieme al funambolico batterista Dirk Verbeuren, sanno come
fare musica interessante e ce lo dimostrano senza momenti di disattenzione.
Completa poi il tutto un artwork semplice, forse banalmente orrorifico, ma da
cogliere nei particolari ed associare alle atmosfere.

Atmosfere che difficilmente come ora emergono con tanta chiarezza in un disco
così aggressivo e robusto: questo è il vero valore aggiunto dell’album. Phaze
I
è un’essenza da valutare con attenzione, quindi, senza la minima
ombra di superficialità: l’abilità e l’intelligenza dei 3 musicisti non deve
essere sminuita da un ascolto veloce, ma analizzata con cognizione di causa. Vi
entrerà presto nel sangue.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. New Archetypes 
2. Evolution of a Species 
3. Stench of their Flesh 
4. Screams of Dying Dogs 
5. The Guide 
6. Truce 
7. Intensified Elements 
8. Going to Exist

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