Recensione: Phoenix

Di Roberto Gallerani - 12 Ottobre 2006 - 0:00
Phoenix
Band: Saidian
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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69

Seconda prova in studio per i tedeschi Saidian, band capitanata dal tastierista Markus Bohr, sotto l’etichetta Aor Heaven. Il genere proposto dai nostri è un power “molto” melodico, con richiami neo classici e con spruzzate di orchestrazioni per rendere il tutto amabile per i soli fan del suddetto genere. Nonostante le origini teutoniche, i Saidian si rifanno più che altro al power di stampo nordico, con gli Stratovarius in prima linea come fonte di ispirazione.
Premetto fin da subito che l’album in questione mi ha un po’ deluso e ciò è determinato dal fatto che la loro prima release, For Those Who Walk The Path Forlorn, era stata una delle piacevoli sorprese del 2005 e che questa seconda prova non conferma del tutto quanto di (molto) buono era stato fatto precedentemente. A onor del vero è giusto dire che in questo disco ci sono episodi di notevole spessore, in particolar modo dalla track 8 in poi, grazie soprattutto alla voce esplosiva ed estremamente pulita del vocalist Markus Engelfried e al buon gusto che il tastierista possiede per gli inserimenti sinfonici.

L’intro classica e orchestrale Resurrection funge da apripista alla epica Ride On A Phoneix, buona canzone ma che già inizia a lasciarmi l’amaro in bocca soprattutto perché, come si potrà notare, nelle prime 6 canzoni non vi è traccia di assoli di chitarra, la quale, nonostante ottimi suoni, viene relegata a ruolo di comparsa! Inoltre si nota l’assenza di riff e melodie incisive che, per quanto riescano ad essere orecchiabili, non colpiscono a fondo. L’impressione è che i ragazzi si siano accontentati di fare il “compitino” lasciando da parte le soluzioni geniali del loro debutto.
Anche il lento See The Light non riesce a cogliere nel segno, presentandosi come pezzo di una scontatezza disarmante.
Finalmente da qui in poi i Saidian raddrizzano il tiro aumentando di intensità e ritmo le loro composizioni con risultati eccellenti; ne è un ottimo esempio Never Surrender, song tra le migliori del lotto che mi ha fatto balzare in piedi per la  potenza e il pathos che il ritornello sa evocare e che presenta il lato più vicino all’AOR dei teutonici. Altri pezzi come Ride Like The Wind, Nine Lives, Power And Glory sono di rara bellezza: qui i Saidian riescono a impressionare per come riescono a miscelare alla perfezzione melodie pseudo-malinconiche con ritmiche dannatamente heavy! Ottimo inoltre, a questo proposito, il nuovo entrato Bernd Heining dietro le pelli.
Menzione particolare va fatta anche per la conclusiva Reign Of Glory caratterizzata prima da un intro orientale, poi da atmosfere oscure che mostrano i Saidian alle prese con soluzioni artistiche differenti dai loro standard e che danno l’idea dell’enorme potenziale che questa band possiede.

I Saidian si ascoltano sempre con piacere ma mi aspettavo un salto di qualità che, purtroppo, non è avvenuto. Inoltre l’album è degno di nota solo per la seconda metà dell’intera tracklist e questo incide non poco sull’economia complessiva del lavoro; peccato perchè da Never Surrender in poi questo è un disco eccezionale per gli standard del genere e mostra una band di indubbio spessore e talento. In ogni caso, a chi piace il power melodico ed elegante (insomma…a chi piacciono gli Stratovarius!) non rimarrà di certo deluso da questo discreto platter, indi per cui l’acquisto è destinato esclusivamente per chi vive a pane e power!

Roberto “Van Helsing” Gallerani

Tracklist:
1- Resurrection (intro)
2- Ride On A Phoenix
3- Praise The Lord
4- State Of Euohoria
5- Fallen Hero
6- Crown Of Creation
7- See The Light
8- Never Surrender
9- The Jester
10- Ride Like The Wind
11- Nine Lives
12- Power And Glory
13- Reign Of Agony

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