Recensione: Phoenix Cryptobiosis

Di Roberto Castellucci - 19 Marzo 2025 - 11:00
Phoenix Cryptobiosis
Band: Avulsed
Etichetta: Xtreem Music
Genere: Death 
Anno: 2025
Nazione:
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70

Tre anni fa mi sono imbattuto a sorpresa in Dave Rotten, storico cantante degli ispanici Avulsed, ascoltando l’album di debutto dei Weaponry intitolato “Everwinding Slaughter“. Dietro al moniker Weaponry si cela un duo composto dal succitato Rotten e da Jo Capitalicide, prolifico polistrumentista canadese che da una decina di anni sta esplorando praticamente ogni sottogenere esistente del Metal. Il disco univa felicemente Death Metal e Crust Punk, distinguendosi in modo particolare grazie al valore aggiunto del gutturale e soffocante growl di Dave Rotten. Accolsi di buon grado il disco dei Weaponry, un prodotto ben riuscito che riusciva persino a mitigare l’attesa del ritorno in pompa magna della band principale capitanata da Rotten. Come molti cultori del Death Metal old school, infatti, sentivo già da qualche anno la mancanza di un nuovo album originale degli Avulsed. L’ultimo corposo prodotto artistico della band, “Deathgeneration”, risaliva nientemeno che al 2016 e si limitava, per così dire, a raccogliere vecchi evergreen del gruppo riregistrati con l’ausilio di Dan Swanö e riproposti con la partecipazione di molti ospiti ‘VIP’. I Lettori che non conoscono la storia del combo spagnolo potrebbero stupirsi rendendosi conto che “Deathgeneration” e “Phoenix Cryptobiosis”, nuova uscita degli Avulsed oggetto di questo articolo, sono separati da ben 9 anni di silenzio, se escludiamo il brevissimo EP “Extraterrestrial Carnage“pubblicato nel 2023. Di questo ritardo si sono sicuramente stupiti anche i fan abituali, ben sapendo che gli Avulsed fanno parte a buon diritto di quella demoniaca progenie di artisti che ha contribuito a plasmare il Death Metal come oggi lo conosciamo.

La band nasce nel 1991 a Madrid; fin dai primi demoEmbalmed in Blood” del 1992 e “Deformed Beyond Belief” del 1993 gli Avulsed conferiscono un respiro internazionale alla loro musica grazie all’uso dell’inglese negli efferatissimi testi. Nel demo del 1993 l’ultimo brano si intitola “Infanticide“, il che ci fa capire come già dai primi anni di attività gli Avulsed non si siano mai posti grandi problemi nell’affrontare tematiche a dir poco spinose. Basti pensare a dischi come “Stabwound Orgasm” del 1999 o “Gorespattered Suicide” del 2005, album dai delicatissimi titoli che impressionarono critica e ammiratori sia per la buona qualità della musica in essi contenuta sia per le famigerate copertine, al cui confronto un qualunque slasher movie degli anni ’80 rischierebbe di venir bollato dalla censura come ‘film per tutti‘. “Phoenix Cryptobiosis“, per lo meno dal punto di vista dell’artwork, non esagera più di tanto, rinunciando a cruente scene di violenza e autolesionismo per ripiegare su di una rappresentazione artistica meno censurabile. La copertina ritrae un’insolita Fenice zombi che, anziché rinascere dalle proprie ceneri, risorge da un infuocato pozzo infernale apertosi tra le macerie di una tomba monumentale. Il messaggio è comunque chiarissimo, censura o meno: gli Avulsed sono tornati in tutto il loro orrifico splendore.

Un primo sguardo alla formazione del gruppo colpisce con forza l’occhio di tutti gli appassionati: la line up vede rimanere saldo nella sua posizione abituale soltanto Dave Rotten. La squadra che ha dato vita a “Deathgeneration” e a molti dei precedenti full-length è stata totalmente rivoluzionata. Questa consapevolezza porta ad un’inevitabile considerazione: “Phoenix Cryptobiosis” confermerà la posizione predominante degli Avulsed nel panorama mondiale del Death Metal? L’ultimo disco della band dispone di alcune buone frecce al suo arco e, fortunatamente, si lascia ascoltare volentieri. I ‘nuovi’ Avulsed non dimenticano una delle principali caratteristiche distintive di molti precedenti lavori: la sensibile presenza di inserti melodici. Attenzione: la parola ‘melodia’, soprattutto quando si parla del gruppo spagnolo, va sempre presa con le pinze. Sin dalle prime canzoni del lotto le chitarre producono a piccole dosi assoli e riff orecchiabili, capaci di generare un efficace gioco di contrasti quando vengono affiancati dal catacombale growl di Dave Rotten. Le suggestioni melodiche di “Phoenix Cryptobiosis” vengono messe in particolare rilievo grazie al ‘lavoro di cesello’ svolto in fase di produzione. Nella storia delle uscite discografiche targate Avulsed raramente è accaduto che i suoni risultassero relativamente cristallini e ‘puliti’: questa scelta, pur offrendo un’interpretazione moderna e contemporanea del genere, rischia di scontentare i puristi del tipico sound ‘a media fedeltà’ che ha reso immortali i grandi capolavori del Death Metal classico.

Man mano che si procede con l’ascolto ci si accorge di un’altra particolarità. In qualche occasione sembra che l’esperienza vissuta da Dave Rotten durante le registrazioni delle canzoni Death/Crust dei Weaponry abbia in qualche modo influenzato la stesura dei brani di “Phoenix Cryptobiosis“. Nell’ottimo brano “Unrotted”, ad esempio, o in “Devotion for Putrefaction” talvolta la batteria ‘corre’ adottando tecniche che richiamano ritmi generalmente associati agli stilemi tipici del Thrash Metal. Con una veloce ricerca sul web si può facilmente scoprire come il batterista Santi Gog (al secolo Santiago Garcia Arroyo) faccia anche parte degli scatenati thrasher madrileni Holycide…il cui cantante, guarda caso, è proprio Dave Rotten. Solitamente queste influenze reciproche tra ambienti ‘siderurgico-musicali’ estremi portano nuova linfa vitale alle band che decidono di inglobarle nelle loro creazioni. Il processo di affinamento, però, può richiedere qualche anno prima che si raggiungano risultati di eccellenza e gli Avulsed sembrano aver soltanto mosso i primi passi in questa direzione. “Phoenix Cryptobiosis“, pur rivelandosi piacevole, coinvolgente e moderatamente innovativo, contiene anche un paio di episodi meno riusciti che vengono saggiamente relegati nelle ultime posizioni della tracklist. Comprensibilmente pare che Dave Rotten e i suoi Avulsed, visti i recenti terremoti nella formazione, stiano vivendo un momento di transizione, a metà tra il desiderio di mantenere viva la tradizione e la necessità di rielaborare e far evolvere il proprio stile. Il futuro della band appare comunque piuttosto roseo: “Phoenix Cryptobiosis” ha tutte le carte in regola per rappresentare ciò che speriamo essere un proverbiale ‘buon inizio’…o forse, più propriamente, un ‘buon riavvio’. Buon ascolto a tutti!

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Band: Avulsed
Genere:
Anno: 2006
78