Recensione: Pianeta Dissolvenza
Pianeta Dissolvenza è l’ennesima dimostrazione che di gruppi validi in Italia ce ne sono, eccome! Il tutto sta nel non avere i paraocchi e nel non partire dal presupposto che ogni uscita nostrana sia necessariamente scadente o impersonale. Questo album è l’esatto opposto dei due aggettivi da me appena citati, ed ha le potenzialità per diventare una tappa obbligata del Death metal odierno. Innanzitutto una piccola considerazione sulla scelta più coraggiosa in assoluto, ossia l’utilizzo per intero della lingua italiana: una questione, questa, che lascia perplesse molte persone. Ebbene, i Distruzione ci danno la prova fattuale che non solo il cantato italiano non è penalizzante ma, al contrario, può essere una scelta perfetta: i testi sono infatti molto elaborati ed introspettivi, e il fatto che siano in madrelingua darà sicuramente maggior spazio di comprensione alla maggior parte del pubblico. Direte voi: in tale modo si chiudono al mercato estero. Vi assicuro che non è così, perchè rimane, oltre alla parte testuale, la musica, la quale si dimostra altrettanto valida.
I Distruzione giocano d’impatto, sfornando 11 pezzi immediati ed originali, che vengono assimilati piuttosto in fretta e si fanno riascoltare più che volentieri. Non vorrei però banalizzare con le mie parole quello che è molto più di un easy-listening. La musica di Pianeta Dissolvenza è infatti in perfetta sintonia con i testi, e cerca di essere espressione di qualcosa di più che non il semplice diletto. Giocando a variare continuamente il proprio sound, hanno dato forma ad 11 tracce molto eterogenee e che sono riconducibili ad un unico genere pur non rimanendo intrappolate nei suoi canoni.
Abbiamo l’introduttiva “L’eterno ritorno” che passa da una parte più tipicamente thrash death parti invece molto debitrici al tipico sound svedese di In Flames e simili… Veramente impeccabili le parti soliste, che diventano i momenti in cui i Distruzione riescono al massimo ad esaltare la vena emotiva della loro musica. In queste ultime infatti il sound tipicamente distruttivo lascia spesso spazio a sensazioni quasi decadenti. Perfettamente ben integrate poi le chitarre acustiche (come nella già citata opener o in “Per infrangere le mura”), ma lo stesso si può dire per le occasionali parti tastieristiche. Tutti elementi che contribuiscono a farci capire le molteplici vie a cui la musica di questo gruppo si apre.
Per concludere in bellezza, ci viene regalata “Neoplasma” tratta dall’EP Olocausto Celebrale datato 1992: in questo frangente emerge il lato più duro ed intransigente del gruppo, quello insomma più tipicamente Death. Non che nelle altre tracce manchi questo aspetto, anzi… La stessa title-track “Pianeta Dissolvenza” è una prova tangibile di quanto da me affermato. Semplicemente ci tengo a dire che i Distruzione sanno creare un giusto equilibrio che non sa nè di compromesso nè di confusione: un suono fresco che saprà accontentare sia i fan del genere sia chi è alla ricerca di cose nuove. Un Cd assolutamente consigliato.
Matteo Bovio
Tracklist
01. L’eterno ritorno
02. Il dolore della fine
03. Per infrangere le mura
04. Rimpianti
05. Il risveglio
06. Nel mare del tempo
07. Profondo
08. Dentro di me
09. Nuovo millennio
10. Pianeta dissolvenza
11. Neoplasma [live in studio]