Recensione: Piccatu

Di Daniele Balestrieri - 2 Luglio 2006 - 0:00
Piccatu
Band: Inchiuvatu
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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80

È l’ennesima devastazione di black mediterraneo quella partorita da Sua Maestà Agghiastru in quest’ultimo album degli Inchiuvato, band principe e dominatrice di questo movimento che fluttua in quelle acque che lambiscono il fuoco africano e i misteri impenetrabili della Sicilia, Grecia e Malta.

Realmente, con la parola “mistero” ben si inquadrano tutti i lavori concatenati di band come i Maleficu Santificatu, 3, Astimi, Lamentu, che condividono musicisti, amicizie e probabilmente legami più profondi attorno ai quali si è sempre mantenuta una gran riservatezza, aspetto tipico delle popolazioni ai piedi dell’Europa. Già 10 anni fa, prima ancora dell’esplosione di internet e prima ancora di questo periodo in cui chiunque può crearsi una cultura metal profondissima in un pugno di mesi (cosa che in passato avveniva solo a seguito di anni di assidua frequentazione di ambienti, giri, fanzine e concerti) si sentiva parlare degli Inchiuvatu come band italiana di prim’ordine di un genere, peraltro, tutto sommato controverso e sconosciuto ai tempi in cui uscì il loro primo full length.
Ebbene Agghiastru torna per raccontarci la sua personalissima concezione di peccato iniziando proprio da “Lustru“, una intro “strumentale” in cui sotto una litania in siciliano stretto si sente vagire un bambino: è l’11 luglio 1975, probabile data di nascita del mastermind degli Inchiuvatu.
Seguono una serie di tracce in perfetto stile Inchiuvatu, sia per quanto riguarda l’alta qualità delle melodie utilizzate, sia per quanto riguarda la qualità della registrazione, particolarmente buona rispetto ai loro lavori passati.

Lo stile, neanche a dirlo, è sempre quel loro marchio di fabbrica a cavallo tra black brutalissimo, sinfonie a tratti Emperor (mai troppo preponderanti) e passaggi folk dai toni squisitamente siciliani e meridionali in genere. Tante diversioni risultano particolarmente gradite all’orecchio, che si annoia di rado e spesso si perde nelle mistiche liriche delle canzoni, assolutamente indiscernibili per chi abita al di fuori della Trinacria. Francamente è un peccato non riuscire a comprendere davvero nulla, pur essendo un dialetto del nostro stesso paese, ma la cosa non fa altro che aggiungere un certo esoticismo pari a quel black d’annata in qualche oscuro dialetto finlandese o norvegese.

Difficile passare a consigliare qualche traccia particolare, visto che Piccatu è un album tutto da scoprire, fatto di angoli oscuri in cui spuntano voci femminili, di parti torbide di black metal tiratissimo, con percussioni che pompano bpm e chitarre che comunque non abbandonano le loro vene melodiche. Pianoforti, parti strumentali, giri di tastiera che ricordano antiche ballate popolari meridionali, tutto invoca lo spirito mediterraneo tipico degli Inchiuvatu, con le classiche linee vocali ‘vomitate’ come si addicono a un black ricercato in cui nulla è lasciato al caso.
Se quest’album avesse avuto sulla copertina un nome più famoso, probabilmente ora sarebbe sulla bocca di tutti. Ma si sa com’è fatta la scena mediterranea, specie ora che pare abbia intenzione di implodere per via della volontà di Herr Badalamenti, sempre più incline a rendere personali le proprie opere future.
Qualcuno potrebbe vedere nella scorrevolezza e nel particolare gusto infernale di questo Piccatu una certa propensione verso il commercialmente fruibile, come se gli Inchiuvatu avessero deciso di fare il grande salto (che francamente gli spetterebbe). Direi che è un sospetto ridicolo, visto che all’interno della Inch productions le possibilità di buttarsi sul black più brutale non mancano, Maleficu Santificatu sopra tutte.
Questo Piccatu è un gran disco: non fa urlare al miracolo, ma dimostra che ci sono due grandi scene black in Europa, entrambe degne degli onori dell’antichità: una nell’estremo nord e una nell’estremo sud: tutto il resto vaga nel mezzo, attirato più dalla moda e dagli eccessi che dal reale valore delle espressioni popolari.

TRACKLIST:

1. Lustru (11/07/1975)  
2. Cunsumu  
3. Piccatu  
4. Maleficu  
5. Animacula  
6. Vattiu  
7. Ciuri Sacrificatu  
8. Eva  
9. Curù

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