Recensione: Plague Of Rats

I Brainstorm non sono il tipico gruppo power metal tedesco. O meglio, lo sono, ma non come si possa credere. Loro sono il classico gruppo power tedesco, non il solito. Capito? No vero? Ok, ricomincio da capo e vedremo di spiegare per bene.
I Brainstorm si sono formati a Heidenheim An Der Brenz, in Germania nel 1989, il periodo in cui cadeva il muro di Berlino e l’anno successivo la nazionale teutonica avrebbe vinto i mondiali di Italia 90. All’epoca la scena metal tedesca veniva da una decade particolarmente prolifica, con numerose band che, magari pur senza proporre qualcosa di particolarmente originale, cercavano di darsi una certa personalità. Insomma sono di quelli “vecchia scuola”, quelli che, strumenti in mano, costruivano le loro solide fondamenta in sala prove ed in ogni buco dove ci fosse un palco per esibirsi. Poi l’esordio discografico è arrivato appena nel 1997, quando la seconda ondata di power metal stava iniziando a muovere i suoi primi passi, ma forti degli otto anni di gavetta, i Brainstorm si sono fin da subito distinti dalla miriade di clon-Helloween che avrebbero di lì a poco invaso l’Europa. Insomma, senza offrire nessuna formula particolarmente innovativa, hanno sviluppato uno stile abbastanza riconoscibile. In questo probabilmente sarà stato d’aiuto l’avere una line-up stabile. I chitarristi Milan Loncaric e Torsten Ihlenfeld, assieme al batterista Dieter Bernert, sono in formazione fin dagli esordi del 1989. Anche il cantante Andy B. Franck, ex Ivanhoe, entrato in squadra nel 1999, può dirsi ben inserito negli ingranaggi della band. Ultimo acquisto il bassista Andreas Armbruster, che inizia l’avventura con i Brainstorm nel 2022.
Con questa formazione, realizzano il nuovo Plague of Rats, il quattordicesimo album in studio, che viene rilasciato dalla Reigning Phoenix Music.
Dopo un’introduzione intitolata Intro (però, che titolo originale…) si parte con Beyond Enemy Lines, un heavy metal travolgente con un solido ritornello. Chitarre serrate, sezione ritmica puntuale ed un cantato fiero e grintoso: già dalle prime note si intuisce cosa ci aspetta per i prossimi quarantacinque minuti. Niente partiture orchestrali, niente innesti folk o sconfinamenti in soluzioni moderne. Solo metallo puro, scintillante e con buona tempra. Segue a ruota Garuda (Eater Of Snakes), una traccia compatta, accompagnata dal sinuoso suono di un sitar che crea un’atmosfera mistica, simile a quella rappresentata nella copertina dell’album.
False Memories è un brano schiacciasassi con il tipico marchio tedesco alla pari di un trapano della Bosch. I Brainstorm mettono fin da subito in campo le loro armi migliori e dimostrano che, nonostante il passare degli anni, come un buon vino, sono invecchiati bene.
Dopo un inizio che evoca i sapori dell’India più misteriosa, The Shepherd Girl si tuffa in un power metal trionfale con melodie sontuose. Your Soul That Lingers In Me vede Andy Franck dividere alcune parti vocali con Elina Siiraia dei Leaves’ Eyes, mentre sulla cruda From Hell si inseriscono delle vocals in simil-growl. Ancora un brano ad alta tensione con Masquerade Conspiracy, per passare poi all’epicità drammatica di The Dark Of Night. La band tedesca si conferma una realtà solidissima, animata da una compattezza frutto degli oltre trent’anni di esperienza.
Ci avviamo verso le battute conclusive del disco con Crawling, una traccia più orecchiabile in cui si strizza l’occhio ad un’hard rock vicino a certe cose sentite da Ronnie James Dio negli anni 80.
Chiude la ruvida Curtains Fall, con un riff di chitarra monolitico e melodia piazzata in primo piano.
Plague of Rats ci consegna una band in buona forma, che sa condensare gli elementi essenziali per far funzionare un disco.
Compatto ed omogeneo, il nuovo album dei Brainstorm saprà soddisfare le esigenze degli affezionati del metal più tradizionale.
Magari non farà gridare al miracolo, ma l’obiettivo può dirsi sicuramete centrato.