Recensione: Planet Absurdic
“… Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana …”. Non parliamo di Star Wars però la sua iconica apertura qui ci può star bene.
Parliamo di Absurdic, pianeta affascinante ed incantevole dove tutti vorrebbero vivere. Le ricchezze e le possibilità di successo che offre sono molte e la sua popolazione è cresciuta rapidamente. Gli abitanti stanno bene, sia fisicamente che mentalmente e, nel tempo, hanno migliorato esponenzialmente le proprie condizioni per vivere ‘in pace e prosperità’ (vai con altra citazione … non scontentiamo nessuno!).
La natura di Absurdic, però, ha dei limiti e contrasta il suo sovrappopolamento rendendo pazzi i residenti.
Facendoli comportare in modo assurdo li spinge a creare illusioni ed a compire azioni a proprio danno fino a star male, provando ansia, paranoia ed angoscia.
La gran parte dei cittadini non capisce il rischio che corre fino a quando, ormai, non è troppo tardi e quei pochi che ci riescono non vengono ascoltati. Per questo la società andrà sempre più alla deriva, trasformano il Pianeta Absurdic in un mondo avido, con le risorse e lo spazio vitale in via di esaurimento, rendendo inevitabili decadenza e distruzione.
Il rendersi conto di questa situazione disastrosa condurrà al panico ed alla follia con conseguenti azioni disperate, che, diffondendosi come una reazione a catena, porteranno al caos. Qualcuno potrà sopravvivere a questo?
Questo racconto in stile fantascienza anni ’50, metafora della nostra situazione planetaria, è il filo conduttore dell’album di debutto dei Badgered (‘Planet Absurdic’, appunto), band fondata a Tampere (Finlandia) nel 2014 da Vesa e Petja Turunen, rispettivamente chitarrista e chitarrista/cantante e che prende il nome dal tasso del miele (badger), animale tanto paffuto e simpatico quanto incazzoso e feroce.
Dal 2014 il combo ha pubblicato l’EP ‘House of Cards’, ha consolidato la sua formazione, che oggi vede anche Lauri Postma alla batteria e Miikka Ala-Hiiro al basso, ed ha pubblicato il sopra citato full-length ‘Planet Absurdic’, disponibile dal 4 dicembre 2020 tramite la label Inverse Records.
Il loro è un mischiotto di Thrash, progressive ed Heavy Metal potente ed incisivo, con un bel carico di soluzioni aggressive ed incisive che riescono ad infondere molteplici sensazioni, che vanno dalla rabbia fino al dolore ed all’ansia.
Leviamoci il dente: diciamo subito che mi hanno poco convinto le strofe Thrash con le quali veniamo assaliti nei vari brani: per quanto i riff e le cavalcate che le accompagnano siano varie e coinvolgenti, la ferocia con cui vengono cantate le rende un po’ tutte uguali; all’inizio ci si carica e ci si trova anche incazzati, ma poi, man mano che il disco scorre, ci si abitua. Niente di noioso comunque, solo poco variabile.
Petja è invece sensibilmente più a suo agio quando canta parti meno violente e più comunicative, dove riesce a rendere evidente il suo talento artistico, trasportando sul brano l’anima del testo, sprigionandone l’emozione.
Su chitarre, basso e batteria non c’è niente da dire, il gruppo tira alla grande diventando la forza propulsiva che ci trasporta sul Pianeta Absurdic, facendoci assorbire l’anima dei suoi abitanti (quelli consapevoli e ribelli naturalmente, quelli che capiscono cosa sta succedendo).
‘Planet Absurdic’ parte con una detonazione: ‘Barracuda’s Dance’ alterna strofe furenti ad un refrain anthemico e coinvolgente ed è frammentata da un assolo sferzante che arroventa l’atmosfera.
‘Bury Me’ viaggia sugli stessi binari con il suo tiro veloce e pestato, un ritornello epico che chiama a gran voce ed un emozionante gioco di assoli.
Nella più controllata ‘Ultimatum’ si sente una certa disperazione di fondo, espressa con potenza e determinazione, che raggiunge il culmine nella malinconica chitarra solista.
‘Future Oncoming’ è un tempo medio duro e prepotente, interrotto da uno scuro arpeggio, vettore di ansia ed angoscia.
L’anima progressive viene esaltata nella ridondante e quasi ipnotica ‘Dive’ mentre l’arroganza sonora dei quattro tassi esce tutta nell’esplosiva ‘Lost Words’ e nel Thrash Old School delle veloci ‘Disorder’ e ‘Break Down and Bleed’.
‘The Holy Bubble’ è un Thrash ‘N’ Roll abrasivo, energico e caotico mentre l’ultima botta è affidata a ‘Regime of Crimson’, un potente assalto sonoro parecchio dinamico ed adrenalinico, che riassume un po’ tutto quello che sono i Badgered.
Nonostante qualche angolo da smussare, ‘Planet Absurdic’ è un buon esordio. Le idee magari non sono originalissime, ma ci sono e si fanno apprezzare.
Il potenziale della band è alto ed il nome del terribile animaletto è azzeccato. I Badgered non temono nessuno. Avanti così!