Recensione: Planet Alliance
Planet Alliance è il nome di un nuovo (l’ennesimo) “supergruppo” emerso in tempi recenti in ambito melodico.
Questa volta i numi tutelari del progetto assumono le sembianze di due illustri esponenti della scena power prog nordica: Mike Andersson singer dei Cloudscape e Magnus Karlsson, chitarrista dalle vaste credenziali (Allen / Lande, Starbreaker e Last Tribe), sono infatti i principali ispiratori di questa nuova entità orbitante attorno al melodic metal dai contorni neoclassici, che sembra davvero congegnata ad arte per seguire da vicino i buoni riscontri ottenuti dai recenti platter di Allen / Lande e Starbreaker, arricchiti però da un gusto maggiormente personale, tale da favorire anche accostamenti ad altre band di spessore quali Narnia (Carl-Johan Grimmark è uno degli artisti qui coinvolti) ed At Vance su tutte.
L’operazione sembra riuscita con discreto successo.
Il disco è in effetti dotato di alcune caratteristiche essenziali che lo rendono vincente ed appetibile ai numerosi seguaci del genere proposto: una ottima qualità dei suoni (ad opera del bravissimo Anders “Theo” Theander) e, sopra ogni cosa, un sostanzioso nucleo di canzoni ben scritte, strutturate e suonate, in grado di colpire praticamente al primo passaggio, apprezzabili per l’interessante veste melodica e l’ottima interpretazione fornita dai bravi musicisti chiamati in causa.
Difficile muovere critiche all’infuori della prevedibile e tutto sommato marginale mancanza di originalità: il disco “viaggia” lasciandosi ascoltare con piacere, non tralasciando, peraltro, l’inserimento di qualche effetto speciale o colpo a sorpresa attraverso ritornelli sorprendentemente accattivanti e partiture strumentali, di stampo talora virtuoso, che accrescono il valore del prodotto finale, conferendo la sensazione di avere per le mani qualcosa di qualità interessante e decisamente ben curato.
L’opener “The Real You” ad esempio, costituisce sin da subito un ottimo assaggio di quanto attenderà nel resto del disco: atmosfere epico-progressive, suoni perfetti nella loro profondità, linee melodiche attraenti ed una grandissima abilità strumentale, a rendere completo il panorama d’eccellenza del brano. Non da meno la successiva “Remember Me”, più ancorata all’hard rock di radice scandinava sebbene molto ricca di fughe strumentali e ritmiche sostenute, così come il tempo medio di “Ain’t No Pleasin’ You”, basata su di un efficace giro chitarristico e sull’ottima interpretazione di Andersson (un misto tra James Christian, Oliver Hartmann e Russell Allen).
Il power più classico prende invece il sopravvento nella veloce “Calling My Name”, per lasciare quindi il passo a “A Taste Of Paradise”, brano fresco e ben strutturato, che si riavvicina ai toni più affini al melodic metal, ed alla semi ballad “The Quickening”, che si fregia ancora una volta di una eccellente prestazione del lead singer Mike Andersson, estremamente a proprio agio su tonalità così calde ed edulcorate.
Altro buon esempio di heavy melodico vagamente neoclassico con “Divided We Stay”, mentre è nuovamente il rock scandinavo sfumato di tinte “prog” a fare capolino in “It’s Your Cross To Bare” e “The Great Unknown”: di nuovo la band dispensa una prova di classe e rendimento, alternando parti d’impatto diretto a situazioni maggiormente elaborate in brani dove il buon gusto non viene mai lasciato da parte.
Chiudono l’esperienza del primo omonimo cd dei Planet Alliance, “Where To Go” e “Digging Your Own Grave”, episodi che scorrono esattamente sulle coordinate sin qui descritte, sottolineando la bontà di un lavoro che a tratti si rivela davvero piacevole e ricco di buoni spunti.
La sentenza finale ci porta dunque a confermare l’impressione avuta al primo impatto: un disco ben fatto, suonato in modo ineccepibile e fondamentalmente basato sul dualismo facilità d’ascolto / virtuosismo che non dispiace per nulla e non manca di riservare qualche interessante soddisfazione musicale.
Planet Alliance sarà gradito ai fans di Starbreaker, Allen / Lande, Vanishing Point, Narnia ed in generale del metallo melodico di derivazione nordica (talora sfociante nel neoclassico), i quali non avranno di che pentirsi nell’ascoltare le composizioni proposte, invero gradevoli e di notevole fascino.
Tracklist:
01. The Real You
02. Remember Me
03. Ain’t No Pleasin’ You
04. Calling My Name
05. A Taste Of Paradise
06. The Quickening
07. Divided We Stay
08. It’s Your Cross To Bear
09. The Great Unknown
10. Where To Go
11. Digging Your Own Grave
Line-up:
Mike Andersson – Voce / Tastiere
Magnus Karlsson – Chitarra / Tastiere
Mattias “IA” Eklundh – Chitarra
Carl-Johan Grimmark – Chitarra
Janne Stark – Chitarra
Bod Daisley – Basso
Magnus Rosén – Basso
Jaime Salazar – Batteria
Anders Johansson – Batteria