Recensione: Planet Panic
Tornano alla grande i Rockers Danesi Pretty Maids con questo brillante lavoro chiamato Planet Panic. Da Spooked del 1997 i Pretty Maids avevano dato segnali di una ritrovata vena creativa che sicuramente ha raggiunto il suo apice con questo lavoro; sfornando dieci songs di Hard Rock estremamente varie. Ed appunto questa varietà è la compenente principale del disco in quanto si passa da ballate a momenti più ruvidi e tirati con qualche arrangiamento moderno con suoni di chitarra più duri e qualche sampler qua e là, senza per questo snaturare il suono della band. Ebbi modo di vederli di spalla ai Deep Purple durante il tour di The House of the Blue Light, qualche annetto fa, anche se per colpa del traffico persi quasi metà della loro esibizione ( era l? epoca del disco Future World , Roger Glover produsse anche alcuni loro dischi).Poi non apprezzai troppo il taglio troppo Americano che diedero al loro sound e non li seguii più. Li ritrovai , come già detto, con Spooked (senza dimenticare il bellissimo live del 1995) e i dischi seguenti veramente notevoli. Un giro di chitarra molto duro seguito da tastiere vagamente futuristiche aprono le danze e la voce filtrata di Ronnie Atkins introducono Virtual Brutality, un bellissimo brano che lascia anche spazio ad uno staccato melodico centrale per accelerare di nuovo nel finale: brano molto vario. Il secondo pezzo Playing God introdotta da qualche accenno di sampler parte subito veloce con la voce graffiante di Ronnie Atkins e la chitarra di Ken Hammer sugli scudi: brano molto adrenalinico e dal vivo sicuramente molto trascinante.Mentre He who never lived è forse il brano che fonde di più riff moderni con temetiche Hard Rock. Anche Face of my Enemy risente un po? di queste sonorità risultando un po? atipica, ma dalla struttura affascinante.Il pezzo a seguire è Not What You Think dall? incedere più orientato al Class Metal. Un bellissimo brano cadenzato con un buon lavoro di tastiere. I ritmi rallentano con il mid-tempo di Natural High con riff molto metal mentre nei soli la chitarra di Ken Hammer si fa più melodica. Il drumming di Michael Fast apre Who? s Gonna Change un torrido Hard Rock con la voce di Ronnie Atkins in bella mostra ed un solo di chitarra molto incisivo: pezzo molto trascinante.Wortheless è un pezzo molto particolare in quanto è un mix di influenze che spaziano dall?heavy al blues ed al class, che rendono il pezzo molto particolare. One Way to Rock è un bellissimo Hard?n?Roll che si rifà molto ai Deep Purple. Mentre la bellissima ballad Enter Forevermore chiude questo bellissimo lavoro che mi ha entusiasmato parecchio.In conclusione dieci bellissime canzoni suonate alla grande da un gruppo che dimostra come la classe non sia acqua e lo scorrere del tempo non intacchi la creatività e la voglia di fare Rock. Speriamo di rivederli presto on stage.Bentornati Pretty Maids.
Rock Hard Guys!!!
Franco Spruss
Formazione
Ken Hammer: guitars
Michael Fast: drums
Kenn Jackson: bass
Ronnie Atkins. vocals
Alan Owen: keyboards
Knud Lindhard: additional backing vocals
Track list
Virtual Brutality
Playing God
He who Never lived
Face of My Enemy
Not what You Think
Natural High
Who’s Gonna Change
Worthless
One Way to Rock
Enter Forevermore