Recensione: Pornograffitti

Di Nectar - 10 Giugno 2002 - 0:00
Pornograffitti
Band: Extreme
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 1990
Nazione:
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90

Dopo l’uscita di Pornograffitti gli Extreme furono considerati i successori dei Queen e addirittura il “miglior gruppo del mondo”. Anche se probabilmente sono definizioni troppo reverenziali c’è un filo di verità in ognuna: l’attenzione agli arrangiamenti, una ricerca melodica originale e per certi versi innovativa (gruppi come Mr Big e Bumblefoot avranno la strada spianata), una tecnica davvero strepitosa che li rendeva in grado di suonare cose che altri solo sognavano e l’ecclettismo nel coniugare generi distanti (abilità dei Queen) come il metal, il funky, il rock e il jazz (!!) per certi versi rendono quei complimenti obiettivi.

Il fatto che il disco capolavoro del genere, che alcuni definirono funky-metal, sia datato 1990 non può far altro che rattristare, segno che in questi 12 anni non è uscito quasi nulla che si possa avvicinare alla qualità di Pornograffitti.

Gli ormai sciolti Extreme erano costituiti dal grande Gary Cherone alla voce (per lui anche una carriera nei Van Halen e non è poco), il virtuoso Nuno Battencourt alla chitarra e tastiere, Pat Badler al basso e il potente Paul Geary alla batteria. Una formazione praticamente perfetta formata da ragazzi di immenso talento e creatività.

Il disco si apre con la clamorosa Decadence Dance preceduta da un breve e oscuro intro tastieristico di Battencourt, il riff è micidiale, complicatissimo, ma con una melodia veramente orecchiabile. Questo è forse il più grande merito degli Extreme e in particolar modo di Nuno: l’aver creato una mole di riff assolutamente accattivanti, ipertecnici, aperti a mille rielaborazioni (non suona lo stesso riff due volte uguale) che non perdono una briciola della potenza e carica metal grazie anche alla distorsione spinta ma pulitissima della sua chitarra.

Continua la bellissima Li’L Jack Horny canzone aperta da un intro arpeggiato eseguito da una tecnica cara a Van Halen ovvero un veloce interscambio tra armonici naturali e artificiali, canzone veramente ottima. La successiva When I’m President è una delle canzoni più funky del lotto e la chitarra di Battencourt abbandona per un attimo riff cervellotici e veloci concentrandosi su cose più semplici aspettando di esibirsi durante l’assolo che, come gli altri, risulta una miracolosa unione di melodia e tecnica (alcuni assoli rimandano al migliore Steve Vai). E approposito di assoli la quarta traccia, Get The Funk Out, contiene un assolo la cui trascrizione risulta difficoltosa tanto è veloce e complessa la sequenza di sweep e tapping (tecniche di cui Battencourt è maestro).

Ed eccoci al “caso” del disco:More Than Words, bellissima ballata che tutti conoscono con un testo che molti hanno erroneamente considerato romantico (ci son dei doppi sensi che,come in tutto l’album incentrato su tematiche abbastanza “spinte”,di romantico hanno poco). Un pezzo che come dicevo rappresenta un “caso” in quanto ha purtroppo condannato gli Extreme ad essere considerati semplicemente come gli autori di More Than Words, lasciando il pubblico quasi indifferente alle altre perle di bravura di cui l’album è pieno (per questo gli intenditori lo definiscono capolavoro). Money, It’s Monster e la titletrak ci riportano alla vera anima degli Extreme, riff molto melodici e potenti continuamente rielaborati da armonici, pennate velocissime, raddoppi, tapping (sì,anche sulla ritmica).

Una canzone abbastanza anomala nel contesto (come nei Queen,appunto) risulta When I First Kissed che si appropria spudoratamente di quelle canzonette malinconiche per pianoforte e contrabbasso tipiche dei pianobar americani pieni di fumo e di disperati che si confessano col barman (avete presente no?). Suzi ha probabilmente il testo più hard del disco senza troppi doppi sensi (il ritornello fa Suzy wants her all day sucker), ottima canzone comunque.

E per chi avesse ancora dubbi su virtuosismo di Battencourt ecco arrivare The flight of the wonder Bumblebee, rivisitazione abbastanza diversa ma più tecnica del più famoso Volo del Calabrone che contiene delle fenomenali progressioni in tapping addirittura in controtempo. Subito dopo si apre He-Man Woman Hater che non aggiunge nulla di nuovo e presenta un altro assolo spettacolare. Song for Love è la seconda e ultima ballata dell’album nobilitata da un assolo di chitarra questa volta privo di acrobazie impossibili ma di una espressività veramente eccezionale. L’ultima traccia, Hole Hearted, vede il gruppo cimentarsi in un brano misto di country e rock acustico ricco di fingerpicking e slide (Battencourt è immenso nel padroneggiare tecniche tanto complesse quanto distanti tra loro).

In definitiva un disco consigliato a tutti,65 minuti di musica perfetta in ogni particolare dove ognuna delle 13 canzoni brillano di luce propria. Nella loro brillante seppur breve carriera gli Extreme hanno sfornato un capolavoro di bellezza assolutamente ineguagliabile (almeno per il genere).

Tracklist:

   1.    Decadence Dance
   2.    Li’l Jack Horny
   3.    When I’m President
   4.    Get the Funk Out
   5.    More Than Words
   6.    Homey (In God We Trust)
   7.    It (‘s a Monster)
   8.    Pornograffitti
   9.    When I First Kissed You
   10.   Suzie (Wants Her All Day What?)
   11.   He Man Woman Hater
   12.   Song for Love
   13.   Hole Hearted

 

 

 

 

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