Recensione: Possessed 13
Siamo al sesto capitolo, e qualcosa è cambiato. Non che i The Crown non siano più loro, ma, se penso a Deathrace King per esempio, certo non posso fare a meno di fermarmi a far due conti; quello che penso di aver tra le mani è il cd di un gruppo che in maniera testarda ed encomiabile si rifiuta di abbandonare la propria grinta primordiale, ma che ha deciso di provare ad assestare qualche colpo anche in altre direzioni. Al sesto album potevano permettersi questo ed altro (e non fraintendetemi, non hanno certo stravolto totalmente il loro suono), ma se devo essere sincero continuo a preferirli in quei momenti in cui vien da chiedersi se gli anni siano passati anche per loro.
Come al solito abbiamo un riffing relativamente elementare, a cui si accompagnano il drumming, come sempre devastante, di un Janne più in forma che mai, e la voce di Johan, tornato tra le file della band dopo meno di un anno di assenza. La formazione oramai iper-collaudata come al solito da buoni frutti, e il loro approccio essenziale, unito ad una grinta che solo loro sanno tirar fuori, restituisce esattamente l’effetto desiderato, evidente in canzoni come “Deliverance” o “No Tomorrow”.
A livello esecutivo sicuramente si pongono più sulle coordinate di Crowned In Terror, preciso e tagliente, che su quelle di Deathrace King, molto più sporco e approssimativo. Questo tuttavia non pregiudica la resa dei pezzi, e ancora una volta sono convinto che gran parte del merito vada al già citato Janne, che riesce a rendere feroce qualsiasi passaggio… Peccato per una produzione che ci restituisce dei suoni di batteria molto piatti.
A “Cold Is The Grave”, un brano abbastanza noioso che stona decisamente all’interno della track-list, segue il primo degli episodi “anomali” di cui parlavo sopra: “Dream Bloody Hell”, una strumentale. L’anomalia non sta certo nell’assenza del cantato, quanto in una ricerca melodica (aiutata anche dall’uso di alcuni sampler decisamente strani) dal sapore totalmente nuovo per questa band. A mantenere gli agganci con la tradizione sono i richiami ad atmosfere già sentite per esempio nel loro terz’ultimo album con “Killing Star” e simili.
A farci tornare completamente indietro con gli anni ci pensa l’attacco distruttivo “Are You Morbid?”, anche se l’evolversi della canzone ci mostra ancora una volta degli approcci melodici particolari per i The Crown. Così come era stato per gli arrangiamenti e i vocalizzi di “Bow To None” (sfido chiunque a riconoscerla come una canzone loro!), e come sarà per la chiusura del cd: prima “Dawn Of Emptiness”, un mid-tempo con alcune scelte di stampo “classico” che non ricordo di aver mai sentito sui loro cd, e poi come ultimissima traccia “In Memoriam”, ancora una volta una strumentale e ancora una volta delle scelte melodiche del tutto nuove.
Possessed 13 è bello, e non potevo aspettarmi altro da una band simile, ma se uniamo alcune leggere defezioni (come “Natashead Overdrive”) a delle trovate che, pur rinnovando il loro suono, non sempre gli restituiscono quel che tolgono, è chiaro che non posso essere esaltato come lo ero stato per il precedente lavoro. Quasi di sicuro questo album chiuderà il pluriennale contratto con la Metal Blade, ma il futuro della band a quanto pare non è incerto solo dal punto di vista discografico… Per il momento comunque i fan della band possono dormire tranquilli e per conciliare il sonno magari usare come colonna sonora questo, ancora una volta terremotante, Possessed 13.
Matteo Bovio
Tracklist
01. No Tomorrow
02. Face Of Destruction – Deep Hit Of Death
03. Deliverance
04. Cold Is The Grave
05. Dream Bloody Hell (strumentale)
06. Morningstar Rising
07. Are You Morbid?
08. Bow To None
09. Kill’em All
10. Natashead Overdrive
11. Zombified
12. Dawn Of Emptiness
13. In Memoriam (strumentale)