Recensione: Power Plant
Se è vero che squadra che vince non si cambia i GammaRay fanno bene a non cambiare la line-up che tanto successo ha avuto con Somewhere Out In Space . Tanto più che, sebbene sia Hansen il compositore principale della band, ogni membro da il suo valido contributo alla stesura dei brani rendendo questo Power Plant abbastanza vario, pur rimanendo nell’ambito strettamente power.
Questa volta l’unico concept che si nasconde dietro ai brani è la sensazione di “potenza”, di “energia” data dalle canzoni stesse, tanto che nel Cd non compare la classica ballad e anche il titolo del disco è stato scelto solo perché “suonava” energetico! (E non trova il suo corrispettivo nel titolo di una canzone).
Così se l’iniziale Anywhere in the Galaxy sembra presa direttamente dal disco precedente, Short as Hell ci riporta ad un metal più tradizionale che ricorda (almeno inizialmente) i Metallica pre-svolta mentre Heavy Metal Universe oltre ad essere l’ennesimo inno metal scritto da Kai è anche un tributo (non so quanto voluto) agli ultimi Manowar.Tra una melodia e un riff potente i brani vanno via veloci e sono i ritornelli di Send Me a Sign, Razorblade Sigh o Wings of Destiny (quest’ultima fortemente influenzata dalle storiche cavalcate dei Rainbow e con qualche spunto “Rhapsodyano” nel ritornello) a stamparsi in testa in modo indelebile.
Personalmente metto tra i brani più riusciti Strangers in the Night, che mixa alla perfezione la potenza del power tedesco al metal dei Judas Priest e qualche melodia vagamente anni ’70 , Garden of the Sinner (con alcuni riff quasi thrash) e la conclusiva Armageddon che riprende quanto di buono abbia composto Mr. Hansen nella sua ormai lunga carriera.
Citazione a parte per la cover dei Pet Shop Boys dal titolo It’s A Sin: in sé la canzone non è male e come cover è anche riuscita, ma a mio avviso poco c’entra con questo disco.
Tirando le somme si può dire che questo Power Plant è un buon disco che conferma lo status che i GammaRay hanno raggiunto nel settore . Consigliato soprattutto se ancora non conoscete la band o se siete affamati di power metal di alta scuola. Astenersi tutti gli altri!
PS: La copertina ad opera di Derek Riggs è secondo me (insieme a quella di Blast from the Past) la migliore in assoluto dei GammaRay. Bello anche il set fotografico che ritrae i quattro “colorati” di blu e “adornati” di fulmini e che valse al gruppo numerose copertine in tutto il globo.
Tracklist:
1-Anywhere in the Galaxy
2- Razorblade Sigh
3- Send me a Sign
4- Strangers in the Night
5- Garden of the Sinner
6- Short as Hell
7- It’ a Sin
8- Heavy Metal Universe
9- Wings of Destiny
10- Hand of Fate
11- Armageddon