Recensione: Power Train
Dopo cinque anni di silenzio i Majestica tornano a manifestare la propria essenza, e lo fanno con un disco di tutto rispetto, intitolato “Power Train”. Ma chi sono i Majestica? Beh, potremo raccontare che sono un gruppo svedese, dedito a un power metal sinfonico, debitore del movimento di inizio millennio. Potremo dire che esistono dal 2000, ma fino al 2019 si chiamavano ReinXeed. Potremo scrivere davvero tante cose. Ci limitiamo però a dire che sono il gruppo di Tommy Johansson, polistrumentista scandinavo che ha saputo imporsi alle attenzioni del grande pubblico grazie ai suoi trascorsi in seno ai Sabaton. E, a dire il vero, non ci sono stati solo i Sabaton. Molta della notorietà del musicista svedese è arrivata grazie al suo canale Youtube. Sì, perché in quel canale Johansson si è divertito a coverizzare in chiave metal, tra i tanti, pezzi come ‘Una canzone d’amore’, ‘Sarà perché ti amo’ e ‘Più bella cosa non c’è’. Johansson, in questo modo, si è rivelato un artista a tutto tondo e rappresenta uno dei nomi più quotati della scena metal del nuovo millennio. È quindi doveroso addentrarsi alla scoperta del nuovo “Power Train”, che esce a ben cinque anni di distanza dal precedente “A Christmas Carol”.
“Power Train” balza subito all’attenzione grazie a una veste grafica accattivante. L’immagine in copertina richiama alla mente uno scenario fantasy-avventuriero, per certi aspetti vicino alla rappresentazione cinematografica de “La bussola d’oro”. Il treno raffigurato nell’artwork, poi, è il mezzo immaginario con cui Johansson decide di portarci a vivere le avventure dagli accenti fantasy narrate in “Power Train”. Entrando nel dettaglio dell’album, “Power Train” nasce con il chiaro intento di omaggiare il power sinfonico di inizio secolo. Ci troviamo quindi al cospetto di un disco melodico, accattivante, pomposo, neoclassico, incentrato su dei ritornelli anthemici. I chorus sono studiati per rimanere impressi nella mente a partire dal primo ascolto e in sede live sapranno di sicuro conquistare i fan. Certo, le influenze sono facilmente riconoscibili, ma “Power Train” non è stato assolutamente pensato con l’intenzione di rivoluzionare il mondo della musica dura. Il nuovo album dei Majestica è un disco che punta a far divertire gli appassionati del genere e, non a caso, vi troviamo tanta autoironia. Il video della title track spiega alla perfezione quanto appena sottolineato.
“Power Train” è un lavoro made in Johansson, al cento per cento. Le componenti chitarristiche e sinfoniche, quindi, fanno la voce grossa. Il fulcro dell’album è però rappresentato dalla prova vocale di Johansson che, ammesso ce ne fosse ancora bisogno, dimostra di saperci fare, eccome. La prestazione al microfono del musicista svedese è veramente degna di nota, sia dal punto di vista tecnico, che per espressività. È lui il cantore delle storie, delle avventure che incontreremo a ogni fermata del treno. Eccolo quindi accattivante in ‘No Pain, No Gain’, epico ed evocativo in ‘Megatrue’, elegante, espressivo e trascinante in ‘My Epic Dragon’, canzone caratterizzata da una magistrale cavalcata chitarristica, sorretta da interessanti orchestrazioni. E come non citare la linea vocale, classicamente power, di ‘A Story in the Night’? Una performance da brividi, quella messa a segno da Johansson.
La scelta dei suoni, potenti e cristallini, calza a pennello con la proposta dei Majestica. Valorizza inoltre ogni singolo strumento. Proprio questo aspetto ci permette di sottolineare la prestazione alle pelli di Joel Kollberg. Il batterista può dare libero sfogo alle proprie doti, evidenziando un gran tiro e tanta dinamica. Se, come detto, voce, chitarre e tastiere risultano le protagoniste di “Power Train”, la batteria deve assolutamente essere citata in quella sezione che il mondo cinematografico definirebbe “migliore attore non protagonista”.
Come descrivere, quindi, “Power Train”? Come un disco che non inventerà nulla di nuovo, ma che saprà soddisfare i palati dei fan del power sinfonico, dalle tinte epiche e maestose, di inizio millennio. Il terzo disco dei Majestica, infatti, ci riporta indietro nel tempo e ci permette di rivivere gli anni gloriosi di un certo tipo di metallo pesante. Album per nostalgici? Disco easy listening? Forse. Certo che una volta inserito nello stereo “Power Train” sa fare molto bene il suo lavoro: coinvolge l’ascoltatore e lo porta a canticchiare ogni ritornello. Tutte caratteristiche destinate a essere amplificate in sede live. Insomma: Mr. Johansson dimostra di avere le idee chiare e piazza l’ennesimo centro in carriera. Ora non rimane che attendere i Majestica dal vivo: la potenzialità live di “Power Train” porta a immaginare degli show infuocati. Avanti così, Majestica.
Marco Donè