Recensione: Powerage
Quasi mi tremano le mani, in quanto sto per recensire un album di una delle band più famose al mondo, una band che fin dai mitici anni ’70 è stata una delle più intrepide paladine dell’ Hard Rock con il suo sound potente e credibile quanto semplice. Gli australiani AC/DC con Let there be Rock ( 1977 ) avevano sfondato sia dal punto vista commerciale che da quello compositivo e Powerage aveva, dopo un solo anno, il gravoso compito di confermare lo straordinario momento di forma del gruppo. Non fallirono… …Il songwriting, come al solito, affidato al duo Angus / Scott ( R.I.P ) non deluse i fans di tutto il mondo proponendo, da tradizione, brevi tracce di Hard Rock esplosivo, ma mai scontato, che a distanza di 25 anni incantano ancor ‘oggi milioni di persone. Rock ‘N’ Roll damnation è una cavalcata, un inno al Rock più puro e genuino dove la voce di Bon si esalta nelle strofe interpretandole con il “suo” tipico cantato graffiante che poi si ammorbidisce nel celebre coro da stadio davvero superbo. Un particolare lavoro di chitarra e basso ci introduce con lentezza inesorabile al cuore metallico di Down payment blues un brano pesante che rimane per quasi tutta la durata su tempi morti per aprirsi, e mostrare tutta la sua potenza, solo a tratti. Originale! Gimme a bullet è un pezzo di una semplicità a dir poco disarmante che propone un ritmo incalzante, ben supportato dalla chitarra di Malcom, che ipnotizza e che sembra non aver mai fine. Con Riff raff ( bel gioco di parole ) ecco giungere una scarica di adrenalina. Tempi veloci e immediati aumentano secondo dopo secondo non lasciando scampo e introducendo alla perfezione la voce rabbiosa e decisa di Bon. Solos guitar al fulmicotone, schegge di classe sopraffina mettono il sigillo su una song, a mio parere storica. Si giunge così a Sin City canzone sporca, che riesce con il grandioso lavoro penetrante, profondo, lento e perpetuo del basso di Williams a ben evocare le atmosfere cupe, della città del peccato. Si alternano delle riuscite e violente sfuriate che ci introducono al chorus dove l’ugola di Scott ci regala acuti a dir poco emozionanti. Eccezionale per immediatezza il coro di What’s next to the moon che da fa lievitare la track grazie a tempi incalzanti ad assoli veloci e sporchi che rendono nel finale ( decisamente troppo corto a mio parere ) la canzone trascinante. Sonorità da film Western inizialmente ci accompagnano nelle strofe lente e leggere di Gone shotting; poi temporaneamente ci lasciano ( senza scomparire ) per lasciare lo spazio ad un solos guitar semplice e lunghissimo che sembra non avere mai fine e che infine ci riporta ai binari iniziali. Up to my neck in you è una traccia immediata che fin da subito attacca l’ascoltatore. Il cantato cattivo, potente e credibile vola veloce così come il lungo assolo tagliente e ruvido di Angus che ben si amalgama al suond da battaglia del pezzo in questione. Un calcio nei denti fa male! Fa sanguinare le gengive e te lo ricordi anche dopo diversi anni; lo stesso si può dire per Kicked in teeth una cavalcata che con i suoi tempi incessanti magistralmente dettati dalla batteria di Rudd prosegue con decisione fino al termine senza perdere mai la sua incredibile forza. Notevole lo “sporco” e divertente lavoro di Angus che mette il sigillo su Powerage. Forse non raggiungerà come bellezza Let there be Rock ma questo cd mette dimostra in maniera inequivocabile le grandi capacità degli AC/DC; un gruppo unito, solido e capace di proporre, senza mai stufare, Hard Rock convincente di rara bellezza, senza tempo! Da avere!
TRACKLIST
1. ROCK ‘N’ ROLL DAMNATION 2. DOWN PAYMENT BLUES 3. GIMME A BULLET 4. RIFF RAFF 5. SIN CITY 6. WHAT’S NEXT TO THE MOON 7. GONE SHOOTIN’ 8. UP TO MY NECK IN YOU 9. KICKED IN THE TEETH.
