Recensione: Powerzone
Un anno e mezzo fa, l’esordio della talentuosa e grintosissima singer britannica Chez Kane, aveva entusiasmato i non tantissimi ma certamente irriducibili fans dell’AOR e dell’hard melodico, del tutto deliziati del fatto che una giovane artista si dedicasse in maniera così brillante e appassionata a questo genere musicale.
L’ottima accoglienza del primo lavoro ha indotto la cantante a mettere in piedi a breve distanza un nuovo platter, che vede la luce sempre per la Frontiers e che s’intitola “Powerzone”.
Mentre per gli spettacoli live Chez Kane si è dotata di una propria dedicata band, per le incisioni in studio si è rinnovato il sodalizio pressoché esclusivo con Danny Rexon dei Crazy Lixx, che anche in queste occasioni scrive le canzoni e suona tutti gli strumenti.
Il risultato non potrà che mandare in sollucchero, ancora una volta, i seguaci dell’AOR, che ritroveranno qui l’energia e la joie de vivre della giovane vocalist, calata in una spettacolare ricostruzione di quel sound e di quel feeling che fece la fortuna di gente come Robin Beck, Vixen, Heart.
Tappeti rossi vengono stesi, dunque, in “Powerzone ”, ai brani veloci ( e ai midtempo “sostenuti”) che prevalgono in tutto il disco. In tale ambito, l’ascoltatore si rallegrerà sommamente al cospetto di (The Things We Do) When We’re Young In Love, un brano AOR dal ritmo tirato e dal chorus irresistibile, nonché ingemmato da un accattivante assolo di chitarra, e della title-track, Powerzone, class rock altamente vitale e energizzante, esaltato da una voce a vele spiegate e da una sei-corde vorticosa.
Non sono meno godibili I Just Want You, I’m Ready (For Your Love), frizzante ed elettrico r’n’r, e la gioiosa e trascinante Nationwide.
Il fuoco di fila di brani svelti e trascinanti in chiave tipicamente AOR/hard rock melodico non impedisce a canzoni dal mood leggermente diverso di mettersi in bella evidenza.
Pensiamo al pop-rock piacione di Guilty Of Love, ma, soprattutto, ad una Love Gone Wild trascinante ed entusiasta e che si distingue per la tracimante presenza dei fiati irrefrenabili di Jesse Molloy. Elogi meritatissimi vanno profusi anche a Children Of Tomorrow Gone, una ballata elettrica con pianoforte in bella vista così come le altre tastiere e la voce (ancora una volta dispiegata a pieni polmoni), nonché caratterizzata da tracce di pomp e di folk.
Sempre molto gradevole e ben interpretata, sebbene forse un po’ più di maniera, l’altra ballad, dal titolo Streets Of Gold.
Grazie a “Powerzone”, insomma, Chez Kane ci consente, ancora una volta (e ancor meglio che nel disco di esordio), di fare un (rinfrescante) tuffo negli anni Ottanta del secolo scorso, grazie ad un canto assolutamente adeguato al genere – più a suo agio, a nostro avviso, nei brani rock rispetto agli slow – vitalità da vendere, e canzoni calate perfettamente in atmosfere che fanno pendant con una strategia visiva accattivante e allegramente sexy che ci riporta ai tempi delle meravigliose Robin Beck, Pat Benatar, Vixen e di tante altre grandi artiste degli anni che furono.
Francesco Maraglino