Recensione: Pre Viam
Quelli con qualche capello grigio sulla testa abbineranno inevitabilmente il moniker Jacula alla sexy vampira protagonista di fumetti osé molto in auge negli anni Settanta editi dalla ErreGi. In realtà, oltre alla ammaliatrice horror che sapeva resistere ai raggi del sole, sotto questo nome sono usciti capitoli imprescindibili della musica italiana di culto quali In Cauda Semper Stat Venenum (1969) e Tardo Pede in Magiam Versus (1972). Dietro al famoso logo stilizzato il mastermind Antonio Bartoccetti: musicista, filosofo, artista a tutto tondo e líder máximo degli Antonius Rex, altra entità nata nel 1974 e autrice di svariati dischi, tra i quali Zora, Magic Ritual e l’ultimo Per Viam del 2009.
Similarmente a quanto accaduto per gli Spettri, antichi fantasmi del passato paiono risorgere dalle mefitiche cripte della musica tricolore degli anni Sessanta/Settanta grazie all’opera certosina messa in atto dalla label Black Widow Records, viatico pressoché obbligatorio per operazioni cotanto delicate nonché arrapanti. L’ombrosa Jacula torna inaspettatamente a far parlare di sé con Pre Viam – anagramma di vampire – dopo più di quattro decenni di riposo, che si presumeva ormai eterno. La copertina cimiteriale è solamente il preludio di quello che riserva il booklet di ben venti pagine, contenenti altrettante tavole approssimativamente potenziali copertine di eventuali dischi.
All’interno dei più di quarantacinque minuti di musica (più il videocip di 18 Veritates) due gli episodi che da soli valgono il prezzo del biglietto: Blacklady Kiss, un lento celestiale adulto e al di fuori dei facili inquadramenti interpretato dalla sensuale voce femminile di Blacklady, peraltro assolutamente all’altezza della situazione – per lo scriba l’highlight di Pre Viam – e la sacrale In Rain, con i suoi primi tre minuti irresistibilmente pregni di profumo di incenso ed epica di classe diffusa.
Mantenere cotanti livelli di tiro emotivo vorrebbe dire andare a solleticare la barba di Odino, lassù ad Asgard in mezzo agli Dei della musica eterea dalle connotazioni magiche, indipendentemente dal genere proposto, ed evidentemente Pre Viam opta per tornare fra noi essere mortali inanellando episodi comunque piacevoli come la seconda parte di Jacula Is Back, caratterizzata da un riffing vibrante e ossessivo richiamante qualcosa dei Death SS, piuttosto che le concessioni Seventies di Godwitch.
Pre Viam, il pezzo, è sarcasticamente diluito in quasi dieci minuti di musica forse a significare che il valore artistico del disco tutto è assimilabile a una vincente e nera colonna sonora adattabile indifferentemente sia per un thriller piuttosto che per un horror movie di stampo classico, con tanto di urla possedute da parte di Sandra B. nel brano in chiusura. Sette le tracce per sette affreschi musicali legati al ritorno di Jacula, che viene amata, posseduta, abbandonata e, delusa, ha anche un contatto con un rituale occulto.
E’ estremamente difficile giudicare un personaggio poliedrico del calibro Antonio Bartoccetti, esattamente come Pre Viam, disco Prog-Doom-Rock-Electronic-Gothic che può suscitare orgasmi plurimi così come qualche perplessità, a seconda dei gusti e dei punti di vista. Situazioni endemiche, ormai, all’interno dell’universo musicale dell’artista italiano, uno che sa convivere al meglio fra luci e ombre.
Un disco va valutato per le emozioni, anche cutanee, che sa offrire, tutto quello che ci gira intorno può influenzare e modificare l’idea di base che ci si fa, assolutamente, ma non stravolgerla di sicuro. In quest’ottica Pre Viam di certo non delude e come tale va annoverato fra le uscite più interessanti – e inquietanti – di questi ultimi mesi, senza dubbio.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1) JACULA IS BACK
2) PRE VIAM
3) BLACKLADY KISS
4) DEVIENS FOLLE
5) IN RAIN
6) GODWITCH
7) POSSACTION
Video:
18 VERITATES
Musicians:
Antonio Bartoccetti (guitars-vocals)
Rexanthony (piano-synth-keyboards-computer)
Florian Gormann (drum)
Guest:
Blacklady (vocal in “Blacklady Kiss”, “In Rain”, “Godwitch”)
Katia Stazio (vocal in “Pre Viam”, “Deviens Folle”)