Recensione: Prelude To The Tragedy

Di Stefano Risso - 22 Ottobre 2005 - 0:00
Prelude To The Tragedy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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77

Quando si rovista fra le fila dell’underground e si trovano realtà come
questi Defeated Sanity non si può non rimanere piacevolmente sorpresi.
Questa formazione tedesca è attiva da parecchi anni, ma è arrivata alla
pubblicazione del primo full-lenght solo nel 2004. Nonostante i frequenti cambi
di line-up che si sono susseguiti, e che continuano ancora oggi a minare
l’integrità della band, Prelude To The Tragedy è veramente un bel
disco che ci presenta un gruppo dalle idee chiare e dalle potenzialità
notevolissime.

I Defeated Sanity propongono un brutal feroce ed intricato, che non
lascia spazio ad inutili digressioni e che colpisce fortissimo sui poveri
ascoltatori. Un lotto di canzoni in cui viene espressa una padronanza tecnica
sorprendente e un song-writing elaborato che fortunatamente non vanno ad
intaccare la godibilità e l’impatto delle composizioni. Poco più di mezz’ora in
cui tonnellate di riff e cambi di tempo repentini danno vita a tracce che
sembrano durare molto di più del reale minutaggio del disco. Non sono un amante
dei paragoni, ma per far capire meglio di cosa sto scrivendo, si può dire che i
Defeated Sanity stanno a metà strada tra il tecnicismo esasperato dei
Cryptopsy
e le complesse trame dei Suffocation (specialmente
dell’ultimo Souls To Deny). Pur non raggiungendo i livelli dei gruppi
citati, questi ragazzi stupiscono per il vigore e per la capacità di suonare un
brutal che non sia troppo derivativo o scontato. Infatti prima di riuscire a
memorizzare i numerosissimi fraseggi di ogni brano presente occorrono diversi
ascolti e passaggio dopo passaggio l’album offre nuovi spunti interessantissimi.

Rimane comunque un disco che fa dell’aggressività e dell’impatto sonoro la
principale caratteristica. A parte un paio di canzoni leggermente sottotono, c’è
un buon bilanciamento tra le parti più intricate e quelle più “ignoranti” e
brutali. Proprio questo mi ha stupito di questi ragazzi, il non cercare di
esagerare eccessivamente nella complessità strutturale. A differenza dei
connazionali Necrophagist, tanto per fare un esempio con una band dalla
proposta “simile” (dei quali il chitarrista Christian Münzner
è stato membro dei Defated Sanity in passato), i nostri mantengono ancora quell’aurea di apparente grezzume che rende non troppo impegnativo l’ascolto.
Tutto questo grazie ad una prova eccellente da parte di tutti i componenti,
anche se, fra tutti, il batterista Lille Gruber (ridete pure…) desta
maggior stupore. Un lavoro incredibile, in pieno stile Flo Mounier,
capace di zittire tutte le eventuali battute a riguardo (Gruber ha
suonato anche la seconda chitarra, quindi un musicista decisamente dotato su più
fronti). Come avrete capito risulta difficoltosa
un’analisi anche sommaria delle tracce; la mia preferenza va al primo brano
Liquifying Cerebral Hemispheres
e alle ultime quattro canzoni del disco, fra
cui spicca Remnants Of The Dead in cui i ragazzi sembrano dare il meglio,
con rallentamenti “gorgoglianti” e accelerazioni spaventose.

Inoltre i tedeschi vengono supportati da una buona produzione, che rende
giustizia alla prova strumentale dei nostri, con un soddisfacente bilanciamento
degli strumenti e della voce. Posso dire quindi che Prelude To The Tragedy
è un bel prodotto, che non mancherà di stupirvi. Ovviamente non siamo di fronte
ad un disco epocale ma che fa ben sperare per il futuro di questa formazione. Un
ascolto obbligato per tutti gli appassionati.

Stefano “Beix” Risso

Tracklist:

  1. Liquifying Cerebral Hemispheres
  2. Drifting Further
  3. The Parasite
  4. Horrid Decomposition
  5. Tortured Existence
  6. Apocalypse Of Filth Collapsing Human Failures
  7. Remnants Of The Dead
  8. Prelude To The Tragedy

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