Recensione: Pretty Ugly People
Ottimo modo per iniziare la carriera questo ‘Pretty Ugly People’, EP di debutto dei Brasiliani Headspawn. Quattro pezzi incisivi che concentrano, in meno di venti minuti, un Heavy Metal robusto e schizzato che pesca dai lavori nati nei primi anni ’90 per contrastare il grunge, ma anche per assorbirlo. Lo possiamo definire come un’insieme di Groove, Post od Alternative legato alla corrente Nu Metal, oppure possiamo più semplicemente dire che ‘Pretty Ugly People’ è un buon risultato, che è quello che conta.
Per dare una maggiore idea, le influenze che si sentono sono roba tipo Slipknot e Machine Head, ma anche Alice in Chains e si percepisce un qual certo contagio della virulenza sabbatthiana, questa condensata nei passaggi più lisergici.
Nella quattro tracce, granitici riff e linee melodiche disperate si alternano e si compenetrano, creando pesanti linee sonore che, colpendo il cervello come rapidi lampi di luce che esplodono dentro una nube di densa caligine, generano confusione ed ansia. Alla fine quello che separa la rabbia dal dolore si frantuma ed i due stati d’animo entrano uno nell’altro, sia quando gli Headspawn si ribellano alla status quo, come, ad esempio, in ‘Satellite’, una critica all’élite ed al suo modo di manipolare la Società per ottenere quello che vuole, sia quando raccontano di problemi personali, come in ‘Voice’, che parla del dramma di un loro amico colpito dalla schizofrenia.
Niente di nuovo ma fatto dannatamente bene, con pathos e tecnica che vanno di pari passo e che conferma che gli Headspawn sono una band interessante da tenere d’occhio. Attendiamo il loro album, previsto per il prossimo anno.
‘Pretty Ugly People’ è stato prodotto da Victor Hugo Targino (Cangaço, Forahneo, Omago), mentre la copertina è opera del designer carioca Mad Mari.