Recensione: Prism / Lost In The Translation [Reissue]
Tempo di ristampe per Jeff Scott Soto, fresco autore di un nuovissimo album dalle sonorità meno rockettare del solito e da poco presente sul mercato con ben tre titoli pubblicati contemporaneamente.
“Prism” e “Lost In The Translation”, dischi di certo non classificabili come antichi o legati all’archeologia musicale (edito nel 2002 il primo, 2004 il secondo), vengono, infatti, riproposti dalla nostra Frontiers records in un’alettante versione “lusso”, ognuna incorniciata da un sontuoso digipak cui, come da tradizione, fa da contorno l’immancabile serie di bonus track extra (undici complessive, sei per “Prism”, cinque per “Lost…”).
Le ragioni sono, a detta dello stesso protagonista, prettamente di tipo tecnico e commerciale.
Ormai terminate le scorte di quelli che sono autentici best seller per la label partenopea, il momento per la reissue era divenuto improcrastinabile, offrendo in tal modo l’occasione per un rilancio in veste rinnovata – a tutto vantaggio dei collezionisti, ma non solo – di due platter d’ottimo valore e sostanza.
Poco o nulla da aggiungere in merito alla validità dei due dischi in questione. Fulgidi esempi di hard rock baciato dalla melodia e da un talento vocale sopraffino come quello di Soto, si contraddistinguono per un’attitudine tra loro lievemente dissimile che è piena testimonianza dell’anima da sempre poliedrica e sfaccettata dell’artista americano.
Estremamente morbido e costellato da episodi lenti il capitolo datato 2002, diretto discendente dell’ultramelodico “Love Parade” del 1995, fu invece con “Lost In The Translation” che l’approccio di chiara ispirazione hard rock, già conosciuto da tempo per le uscite con Talisman, Eyes e Takara, venne definitivamente a galla, sublimando le doti di un singer perfetto per il genere e dall’espressività eccelsa.
Il risultato portò alla luce due prodotti molto riusciti – se non eccellenti – costellati da brani efficaci che, in più di un caso, seppero poi ritagliarsi un posto di privilegio tra le preferenze degli appassionati, incrementando così ancor di più il prestigio di un cantante ormai entrato nel novero dei più grandi in senso assoluto.
Tracce come “Heaven Knows”, “Don’t Wanna Say Goodbye” e “By Your Side” da “Prism” e “Soul Divine”, “If This Is The End” e “Find Our Way” da Lost In The Translation, sancirono il successo dei due album, mandando in archivio una coppia di dischi imperdibili per gli amanti del genere.
Di buon spessore inoltre, le già citate bonus accorpate alla tracklist originale, non del tutto inedite a dir la verità, ma in ogni caso gradevole valore aggiunto.
Estratti da edizioni giapponesi, qualche ripescaggio dal già citato “Love Parade” e dalla raccolta “Essential Ballads” del 2006, sono, in effetti, ulteriore motivo d’interesse che – probabilmente non del tutto sufficiente per spingere all’acquisto chi già ebbe modo di provvedere a tempo debito – potrebbe invece rivelarsi decisivo per convincere chi ancora non sia in possesso dei due dischetti.
Un grande artista ed una voce straordinaria in due ristampe curate e pregevoli.
Qualora “Prism” e “Lost In The Translation” mancassero ancora dalla vostra collezione, ecco un buon modo per rimediare e colmare la lacuna.