Recensione: Problem of Humanity
Sono passati due anni da How To Put Jack In The Amp, auto-produzione che, nonostante un artwork esilarante e tanti buoni propositi, tradiva ancora l’ombra di una band alle prime armi. Il salto di qualità è registrato – in tutti i sensi possibili – con Problem of Humanity, release indipendente che proietta Endovein tra i nomi da tenere d’occhio in futuro: la pimpante formazione torinese ha infatti confezionato quattro tracce coi fiocchi, orgogliosamente retrò nell’impostazione ma senza scadere nella più bieca scopiazzatura. Il genere di riferimento è un thrash metal a elevato retrogusto americano, sia per quanto riguarda i suoni (con le ovvie limitazioni di un’auto-produzione) che le dinamiche strumentali: Forbidden, Megadeth, Exodus, Anthrax e tutta la sotto-scuola derivata, per intendersi.
La title-track, posta in apertura, delinea immediatamente i tratti peculiari del disco: il fulcro del gioco è un riffing compatto e serrato, che non eccede in velocità ma rivela buon gusto nelle soluzioni ritmiche; altri elementi distintivi includono il riuscito inserimento di passaggi più melodici, che rispecchiano influenze esterne al perimetro thrash tout court, e – su questa falsariga – l’impronta data ai brani da Sté by Sté, vocalist dall’ugola squillante e versatile. Prestazione canora che potrebbe ricordare, nell’approccio, quella di fuoriclasse del calibro di Alan Tecchio o Mike Sanders: confronto improbo (siamo, evidentemente, ancora distanti anni luce dai suddetti mostri) ma che può valere come incentivo per il ragazzo, che ha interessanti potenzialità in proiezione futura. La riprova è tra i solchi di …Still Business of Soul e My Soul Forever, pezzo che si segnala anche per il puntuale contributo del binomio basso-batteria e per un insolito intermezzo latineggiante (ascoltare per credere!).
Problem of Humanity condensa in un quarto d’ora i progressi maturati dal quintetto torinese, sempre più lanciato sui binari di un thrash cerebrale, ben inquadrato ma allo stesso tempo incline a variegate soluzioni artistiche. Forti di un bagaglio tecnico di tutto rispetto (ma, si spera, in pieno sviluppo), gli Endovein dovranno necessariamente concentrarsi su un songwriting attento a non gettare troppa carne al fuoco, pena un prodotto finale dispersivo e poco bilanciato. Per ora le premesse sono più che buone, per cui non resta che attendere fiduciosi i passi futuri di questa nuova realtà dell’underground tricolore.
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist:
01 Problem of Humanity
02 Fallout Terror
03 My Soul Forever
04 …Still Business of Soul
Line-up:
Sté by Sté – voce
Swolley – basso
Paulus – chitarra solista
Gio “M-16,5” – chitarra ritmica
Fabio – batteria
Altri contatti:
http://www.myspace.com/endoveinband