Recensione: Problems To The Answer

Di Daniele D'Adamo - 13 Giugno 2011 - 0:00
Problems To The Answer
Band: SSS
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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68

Nel 1985 quattro ragazzi che, per tanto abbiano segnato la Storia del thrash non devono essere accompagnati da presentazioni, decisero di mostrare al Mondo il significato del termine ‘crossover’; cioè ciò che scaturisce dalla fucina unendo hardcore punk e thrash metal. Billy “Mosh” Milano, Scott Ian, Dan Lilker e Charlie Benante con i loro irraggiungibili Stormtroopers Of Death (S.O.D.) fissarono per sempre i dettami dello stile newyorkese con il capolavoro “Speak English Or Die”.  

Ventisei anni dopo, la strada del crossover va ancora avanti, sebbene le cassandre del metal moderno ne decretino la fine in ogni possibile occasione. Va avanti, per esempio, grazie agli inglesi SSS (Short Sharp Shock) che, con il loro “Problems To The Answer” – terzo album di lunga durata in carriera – tirano giù, come da tradizione, venticinque infuocate canzoni strette in quarantadue minuti di durata complessiva. Nonostante la matrice della musica sia uguale, data la tipologia (mista) della medesima, la differente origine geografica degli SSS rispetto a quella dei migliori esponenti del crossover incide, se non di molto, anche sul flavour del crossover stesso. Se S.O.D. e compagni pendevano e pendono di più dalla parte del thrash, gli SSS non disdegnano di far risaltare di più la parte U.K. punk: un po’ più di rock e melodia, e un po’ meno di furia demolitrice, per farla breve.

Con ciò, non bisogna certo aspettarsi un sound da… signorine. Anzi. Broomo, Magill e Dave pestano come dei dannati, scatenando la furia degli elementi con la sola forza della musica prodotta dai rispettivi strumenti. Si tratta quindi di un sound povero, grezzo tuttavia efficace al 100% in termini di forza d’urto: i Nostri sfondano, infatti, il muro del suono spremendo al massimo ciò che si può spremere da una chitarra, un basso e una batteria. Con il fondamentale contributo di Foxy che, interpretando la sua parte in modo impeccabile, fa comprendere che alla base del canto del leggendario Tom Araya c’è, anche, tanto sentore di punk. Ecco, allora, che “Problems To The Answer” rappresenta una magnifica occasione per allenare il fisico al più selvaggio dei mosh e per ripassare il significato storico del termine ‘punk’ una volta inserito nell’ambiente metal. Anzi thrash, metal.

E il rock punkeggiante di cui tanto sto scrivendo si trova tutto nella lunga (sic!) “Strangenotes”, song dall’andamento lento e sinuoso, che fa venire in mente un’altra band leggendaria, stavolta londinese: i The Damned di Dave Vanian e Algy Ward (poi fondatore dei Tank della N.W.O.B.H.M.). A parte questo singolo episodio, però, il resto del lavoro degli SSS è violenza sonora allo stato puro, nella migliore tradizione del ‘mosh-pit’. “The Kill Floor”, “Laughing Leads To Crying”, “Eat Me Drink Me Burn Me” e compagne rappresentano delle vere sferzate d’energia, che renderà impossibile resistere alla voglia di battere con vigore il piede, almeno.

Broomo si rivela una macchina ‘sforna-riff’ dalla produzione esagerata. Riff rapidi, taglienti, ma anche potenti (“Man Against Man”); supportati dalla tecnica del palm-muting che ne connotano inequivocabilmente la natura thrash, seppur inserita in un modo di comporre l’accordo che va a braccetto con l’hardcore punk tipo D.R.I., Municipal Waste e Suicidal Tendencies, tanto per capirci. Magill violenta le povere corde del suo basso, dal suono semplice e lineare, così da formare, con il saltellante drumming di Dave, una sezione ritmica esplosiva, veloce, potente e varia (“Quick Fix”).

Non credo, nonostante le buone intenzioni che indubbiamente stanno alla sua base, che “Problems To The Answer” solcherà profondamente le pieghe della Storia del metal. Nel campo specifico d’azione degli SSS tutto o quasi è già stato detto e scritto. Tuttavia, la schiettezza della proposta, l’energia della stessa, la discreta qualità del songwriting e il costante richiamo a sonorità che non moriranno mai valgono la pena che se ne prenda, almeno, visione. Pardon… ascolto.
 
Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. The Kill Floor 2:19
2. Out The Loop 0:50
3. Birdshit 0:16
4. Laughing Leads To Crying 0:55
5. White Bread 0:32
6. Eat Me Drink Me Burn Me 2:17
7. Foreign Body Plot 2:01
8. Roar 1:02
9. Sick Pleasures 1:16
10. Direct Action 0:06
11. What Would Cards Do? 0:36
12. Man Against Man 2:18
13. Tales Out Of School 1:44
14. Rats Nest 1:25
15. Cathode Control 1:17
16. Painting By Numbers 0:40
17. Quick Fix 0:27
18. Future Primitive 4:16
19. Trapped Inside Two States Of Mind 1:11
20. Politics Of Convenience 1:24
21. Here Comes The Neighbourhood 1:56
22. Deep Sleep 1:33
23. Speed Freaks 1:41
24. Dismantle The Dream 2:38
25. Strangenotes 7:59                  

All tracks 42 min. ca.

Line-up:
Foxy – Vocals
Broomo – Guitar
Magill – Bass
Dave – Drums

Guest:
Mark “Barney” Greenway (Napalm Death) – Vocals on “The Kill Floor”, “Here Comes The Neighbourhood” and “Roar”
 

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