Recensione: Procession Through Infestation
Il death metal è un genere che ha quasi trent’anni, e ormai sono pochi i gruppi che riescono a sfornare dei capolavori al pari di quelli del passato. Molti di più invece sono coloro che, seppur consapevoli di questa realtà, continuano a creare prodotti di ottima fattura, riuscendo soprattutto a personalizzarli, creandosi un proprio stile.
Possiamo fare l’esempio dei grandissimi Exhumation che, per anni guidati dalla passione, ci servono in tavola un death metal anni ‘90 che riesce perfettamente a riportarci in quelle atmosfere maligne del passato.
I messicani Zombification, nati nel 2009 con il demo “Stenching… Promo 2009”, susseguito un anno dopo dal full-length “Midnight Stench”, si sono fatti strada grazie a ‘furiosi morsi’, dal gusto chiaramente old school. Riuscendo a ottenere una discreta notorietà, che li ha portati dopo sei anni a questo terzo lavoro, intitolato “Procession Through Infestation”.
Il platter non ha particolari pecche, infatti riesce a intrattenere per tutta la sua durata; regalandoci un furioso, quanto classico death metal, fatto da buone melodie e una linea groove-oriented funzionante e mai noiosa.
La parte da leone la fanno le incredibili linee di basso, talvolta veloci quanto intricate, e l’eccezionale voce di Mr. Hitchcock, capace di passare da un cupo e cavernoso growl a tonalità nettamente più alte, coinvolgendo l’ascoltatore. Ne sono un chiaro esempio le canzoni “Infestation” e “The Divine Door”.
Le tracce non hanno bisogno di un’analisi specifica, essendo tutte costruite sullo stesso stile compositivo, passando da un semplice ma ben riuscito death, a uno leggermente più spinto alla personalizzazione, fatto da stacchi vocali e piccoli momenti melodici.
La produzione invece, è in alcuni punti poco pulita riuscendo, però, a essere comunque buona e capace di farci apprezzare maggiormente la componente ritmica. Inoltre, essa è adatta alle atmosfere del disco, dandogli la parvenza di appartenere a un altro decennio.
Gli Zombiefication si riconfermano pertanto una band talentuosa, che offre al pubblico buoni album i quali, seppur non siano dei pilastri della musica metal in futuro, riescono a intrattenere sia i nostalgici, sia chi si affaccia per la prima volta al genere.
Luca “Bēl” Rimola