Recensione: Programmed To Consume
Sono giovani, gli Abysmal Dawn, sia come gruppo che come singoli componenti: una band americana formata nel 2003, responsabile già dell’uscita del più che buono From Ashes un paio di anni fa, e che non ha pretese di cambiare il mondo. Semplicemente, si piazza sui canoni death metal e cerca di dare loro il proprio volto. Obiettivo raggiunto? Sì e no, ma le possibilità ci sono.
La band losangelina sceglie infatti un suono non particolarmente brutale, ma spesso debitore degli Immolation e dell’area più “dark” e meditativa, se così si può dire, del death metal, con pezzi spesso cadenzati, con un groove in bella evidenza, e con un growl, quello del cantante/chitarrista Charles Elliott, decisamente comprensibile e modulato. Niente di nuovo sotto al sole, direte voi, e non a torto; ma Programmed to consume non si fa nemmeno lasciare da parte troppo facilmente, pur non aggiungendo nulla a quanto già ampiamente conosciuto.
A volte bastano scelte in sede di produzione per formare un sound: qui non arriviamo a quel punto, ma è innegabile la particolarità di un death dai suoni limpidi e oscuri allo stesso tempo, qualcosa che ricorda gli Skinless del periodo “evoluto” (del resto, stiamo parlando pur sempre di Relapse), e che solletica la curiosità degli amanti del genere; molto è mutuato dal thrash, come lo era del resto il death dei primordi, e pare che gli Abysmal Dawn in certe parti vogliano ricollegarsi proprio a quegli antenati: A Remission Of Life è un buon esempio, con i suoi frequenti assoli sovrapposti a riffoni newyorkesi che di più non si può… Ma c’è purtroppo poco altro da citare, e il disco, pur raggiungendo tranquillamente la sufficienza sia per questione formale che di contenuto, scivola via tutto sommato più in fretta di quanto il precedessore lasciasse immaginare.
Ci hanno riprovato, e non ci sono riusciti del tutto, e nonostante una bella cover sci-fi Programmed To Consume si blocca nella fruizione come una torta troppo asciutta, che non riusciamo a mandare giù: torta uscita mezza cruda, ma se siete amanti del death nelle sue varie sfaccettature potreste comunque trovare motivi d’interesse nella metà cotta.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. Programmed to Consume 04:21
2. Compulsory Resurrection 04:10
3. Twilight’s Fallen 05:29
4. Grotesque Modern Art 03:10
5. A Remission of Life 03:46
6. The Descent 04:17
7. Aeon Aomegas 01:42
8. Cease to Comprehend 04:48
9. Walk the Path of Fire 05:40