Recensione: Prometheus: the Dolby Atmos Experience + Cinematic and Live
Monaco di Baviera. Il produttore tedesco Chris Heil si trova nel suo studio. Classe 1967, lavora nel settore dal 1980 come ingegnere del suono, produttore ed arrangiatore, collezionando numerose collaborazioni in giro per il mondo, rilasciando dischi di artisti del calibro di Scorpions, David Bowie, Bryan Adams e B.B. King. Sta lavorando alla nuova tecnologia Dolby Atmos. D’improvviso gli sembra di sentire una musica particolare provenire dallo studio adiacente, un suono mai ascoltato in tanti anni di carriera. Decide quindi di alzarsi e bussare per ascoltare meglio. Sulla porta il nome di Christoph Stickel, autore del mastering di “Prometheus: Symphonia Ignis Divinus” (2015). Il brano è: “King Solomon and the 72 names of God”. L’ascolto sembra essere di suo gradimento, tanto che convoca I partner di Dolby e Yamaha per proporgli di realizzare il primo album “intero” della storia della musica ad utilizzare questa tecnologia, rimasterizzando proprio l’ultimo disco dei Luca Turilli’s Rhapsody. Proposta accettata.
Nel frattempo, dall’uscita di “Prometheus” ad oggi Luca Turilli coi suoi Rhapsody ha intrapreso un lungo tour mondiale (report della data di Bologna), nel quale ha registrato pressoché tutte le date per realizzare il primo live-CD della sua nuova band, come ci ha rivelato in una recente intervista.
Questa, in breve, la genesi “Prometheus: The Dolby Atmos Experience + Cinematic and Live”: un lavoro dal titolo altisonante composto da tre dischi: un blu-ray con l’intero Prometheus rimasterizzato in Dolby Atmos, ed un doppio CD live con ben 27 brani, quasi tutti quelli proposti dal vivo nell’ultimo tour.
The Dolby Atmos Experience
Ma che cos’è il Dolby Atmos? Stiamo parlando di una tecnologia dolby sorround tridimensionale, immersiva, che si basa sul concetto di “oggetti sonori”: ne supporta fino ad un massimo di 128 contemporaneamente presenti sulla scena. Un sistema che si diffonderà presto nei cinema. La configurazione minima per fruirne a casa, in versione Home Theater e per il gaming, è una 5.1.2., in cui ai canonici speaker del Dolby Surround tradizionale (5.1) ne vanno aggiunti due posizionati sul soffitto o a terra. Un sistema insomma non alla portata di tutti, che al limite economico (l’acquisto degli speaker) richiede anche uno spazio domestico idoneo. Diversi dispositivi sono in fase di sviluppo, in particolare nuovi speaker e cuffie: non resta che attendere il 2017 e vedere quali sorprese ci riserverà il mercato.
Come suggerito dal titolo, più che un ascolto casuale, quella del Dolby Atmos è un’esperienza – termine, quest’ultimo, parecchio in voga di questi tempi, basti pensare al panorama storico-artistico (fate caso a quante mostre in questo periodo hanno la parola ‘experience’ nel titolo). Un’esperienza, almeno stando alle definizioni, è tale quando coinvolge in maniera individuale il soggetto che sperimenta, fatto difficilmente riscontrabile un prodotto di consumo di massa. Stiamo parlando di un lavoro, infatti, che in pochi potranno godere nel breve periodo o in maniera occasionale, e che lo stesso recensore non ha potuto testare, pur avendo constatato che inserendo il blu-ray disc nella sua PS4 è disponibile anche una modalità LPCM Stereo, fruibile quindi già da ora con delle cuffie di qualità. Maggiore profondità della versione CD, certo, ma rinuncia alla tridimensionalità in favore dei canonici due canali. Non resta che ritornare al futuro con una DeLorean ed un flusso canalizzatore, o in alternativa, semplicemente, attendere.
Cinematic and Live
Se il Dolby Atmos è una scommessa sul domani, poco conta: già il solo live-CD vale il prezzo del biglietto. “Cinematic and Live” realizza infatti il desiderio di molti fan di Luca Turilli, portando su disco i più grandi classici della sua discografia solista, assieme ai brani degli ultimi dischi marchiati Luca Turilli’s Rhapsody ed ai maggiori classici dei Rhapsody, più un bass solo ed un drum solo, per un totale di 27 brani al lordo di intro e finali.
La produzione, ad opera di Christian “Moshus” Moos agli Spacelab Studio, è estremamente pulita, in numerosi passaggi sembra di ritrovarsi di fronte ad un best-of vero e proprio, piuttosto che un live-CD. L’aver registrato tutte le date, inclusa quella di Milano nell’opener “Il Cigno Nero”, deve aver concesso un’ampia scelta tra le numerose performance. Il mastering è invece opera di Simone Mularoni (DGM) al Domination Studio di San Marino.
La setlist offre qualche sorpresa molto gradita, come la presenza di due brani dal mai troppo valorizzato (ma votato furor populi dai fan sulla pagina Facebook della band): “Power of the Dragonflame” (2002): “Kinghtrider of Doom” e “The Pride of the Tyrant”.
La discografia solista di Luca viene interpretata da un Alessandro Conti impeccabile sulle complesse linee vocali di Olaf Hayer, dalle melodie più fantasy di “The Ancient Forest of Elves” e dal profondo lirismo di “Warrior’s Pride” (con la soprano Emilie Ragni ad affiancare Alessandro) attinte da “King of the Nordic Twilight” (1999), così come dalle cronologicamente successive “War of the Universe” (con l’opener “Aenigma”) e “Demonheart” da “Prophet of the Last Eclipse” (2002). Nessuna proposta dal terzo disco… a quando una “Mother Nature” cantata dalla Ragni?
La stessa carriera dei Rhapsody viene debitamente valorizzata, dall’opener del debut “Warrior of Ice” ai capolavori “Emerald Sword”, “Dawn of Victory” e “Land of Immortals”, fino alla toccante “Son of Pain”; va ammesso che sentire la voce del pur bravissimo Alessandro Conti sui brani più rappresentativi della carriera di Fabio Lione fa uno strano effetto, tanto che vien quasi voglia di skippare i super-classici per lasciare spazio alla frenesia quantistica dei nuovi, altissimi brani dei Luca Turilli’s Rhapsody: il magnifico duetto in “Tormento e Passione”, l’epica “Excalibur”, la tiratissima “Ascending to Infinity” e l’alchemica “Prometheus”. Sono presenti, seppur in forma molto ridotta, anche le due suite: “Of Michael the Archangel and Lucifer’s Fall”.
Born to Sound Cinematic
In questa sua nuova incarnazione, il Prometeo turilliano porta all’uomo la tecnologia del Dolby Atmos; una scelta coraggiosa ed innovativa che ci (di)mostra nuovamente la continua ed infaticabile ricerca del suo autore nei confronti della perfezione, dell’infinito, del futuro e delle sue meraviglie, a qualunque costo. “Prometheus: The Dolby Atmos Experience + Cinematic And Live” è quindi un unicum nel suo genere: da un lato una scommessa sul futuro, dall’altro un’equilibrata sintesi del passato, di quanto proposto ad oggi dal compositore e chitarrista triestino. L’ottima scaletta di “Cinematic and Live” e la qualità generale della produzione lo rendono già da solo un prodotto imperdibile per i fan del Luca Turilli solista e dei suoi Rhapsody 2.0, in attesa di ritrovarli di nuovo dal vivo dopo il tanto discusso “Farewell Reunion Tour”. Stay cinematic!
Luca “Montsteen” Montini