Recensione: Promo
A volte ritornano recitava il trailer di un famoso film di qualche anno addietro, e quali parole più propizie per salutare il come back discografico di sua maestà Pier Mazzini, eclettico tastierista e deus ex machina che si cela dietro a questo progetto dal monicker ambiguo quanto conturbante. Ma chi è Pier Mazzini? Beh, il nostro amico è stato, e forse lo è ancora, uno dei più talentuosi enfant prodige che il metal italico abbia mai partorito da vent’anni a questa parte, e che con la sua precedente formazione, i Resvelg, aveva dato alla luce due ottimi demo, l’ultimo dei quali il capolavoro “Ball of future”, aveva stravolto e sconvolto ben più di un addetto ai lavori, facendo crescere la smania più che la voglia per questa giovane band.
Ma purtroppo lo scarso interesse del manager che li aveva presi sotto le sue ali protettrici, unita ad alla sagacia intenzione di riuscire ad ottenere un deal con una grossa etichetta discografica, portarono la band ad uno split prematuro che sconvolse chi, come il sottoscritto, aveva puntato molto sulla band in questione. Chiusa quella parentesi, il nostro amico le ha provate tutte per ritornare presto in carreggiata, e dopo una breve parentesi con i Witchunters, storica band del metal italico, ha messo in piedi questo progetto che, oltre a vedere coinvolti degli ottimi session man dell’area emiliana, si avvale del contributo del talentuoso vocalist Antonio Di Corcia proveniente anch’egli dalla vecchia line-up dei Resvelg.
Beh, incominciamo col dire che i tre brani più intro di cui si forma questo promo, sono davvero accattivanti, prodotti con maestria e suonati con gusto da una band che sembra rodata da anni ed anni di attività. In più la pulizia sonora e l’ottima produzione di cui godono tutte le tracce ivi incluse, non fanno altro che risaltare ancor di più il loro particolare quanto articolato prog metal contraddistinto da improvvisi stacchi power/speed metal, e da una dose melodica che permea tutto il lavoro, un melange avvincente arricchito da una perizia tecnica ben al di sopra della media, in cui la classe e la maestria del buon Pier si fanno sentire, eccome. L’unica pecca, se di pecca si vuole parlare, è che in più occasioni il songwriting dei Silver Lady s’abbevera alla fonte di bands come Angra, Vision Divine e Labyrinth soprattutto, il che non è certo un male, ma credo che gli episodi migliori siano proprio quelli in cu i nostri riescono ad essere molto personali, come nel caso della splendida “Alive for cryin’”, che mostra una versatilità stilistica nonchè una ricercatezza per gli arrangiamenti, veramente degni di nota.
Il tocco raffinato del nostro tastierista si dimostra veramente come un marchio di fabbrica che impreziosisce e cesella delle gemme sonore di inaudita bellezza e che fanno di “The eyes of snakes” un possibile hit per tutti gli amanti delle sonorità eleganti e raffinate. Beh, cosa dire di più se non inchinarmi dinanzi a cotanta maestria? Il caro “vecchio” Pier Mazzini ha di nuovo fatto centro, un bel tre su tre, ed è per questo che mi domando che cosa potrebbe combinare il nostro amico se gli fosse data la possibilità di registrare un full lenght album? Più che ai posteri l’ardua sentenza, meglio dire ai discografici italiani, no? Consigliatissimo!!!!!!!