Recensione: Promo 2001

Di Beppe Diana - 8 Marzo 2002 - 0:00
Promo 2001
Band: Exawatt
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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55

Esordio sulla lunga distanza anche per gli umbri Exawatt che sulla scia del successo ottenuto dal singolo “Dungeon dance”, sapientemente riproposto su questo demo, arriva al debutto dopo aver rodato la propria line-up suonando come opening acts di molte bands di rilievo non ultimi i Vision Divine del duo Thorsen/Lione e i Domine di Enrico De Paoli.

Non vi nego che con delle premesse del genere, mi sarei aspettato un dischetto ottico che sprigionasse fuoco e fiamme da ogni singola traccia, o che in qualche modo mi lasciasse di stucco, ed invece, nonstante il suono e la produzione siano state curate in maniera ineccepibile e quasi maniacale, i tre brani presenti su questo promo, non riescono a lasciare il segno a primo acchito, e la troppa leziosità con cui vengono proposti,  fa si che perdano di mordente con l’andare prolungato degli ascolti.
Il genere in cui i nostri decidono di cimentarsi è un prog metal con lievi intrecci sinfonici ma abbastanza standardizzato, che a mio modo di vedere ha molti punti di contatto con gli Evil Wings dei primi due dischi, anche per via di una certa somiglianza canora fra il vocalist Luca Benni e il buon Franco Giaffreda. Come per la “famosa” band di Lecco, anche per gli Exawatt il sound è caratterizzato da lunghe parti strumentali, ma molte volte la mancanza di idee su cui focalizzare i propri spunti e le proprie idee, fa si che i brani risultino un po’ troppo ripetitivi, lasciando nell’ascoltatore quell’amaro in bocca che difficilmente si riesce a mitigare. Eppure in alcuni frangenti, come nell’iniziale “Power of fate”, dove troviamo un’estratto tratto dall’opera Verdi-ana “La forza del destino”, gli Exawatt dimostrano di avere tutte le carte in regola per compiere il sospirato salto di qualità, ed invece la smaniosa voglia di mettere in mostra le proprie capacita tecniche, fa si che i musicisti stessi si perdano nella selva del solismo fine a se stesso risultando anche un po’ troppo prolissi. Spero vivamente che i nostri non me ne vogliano a male, ma credo che ogni buon musicista che si rispetti, non debba cullarsi sui riusultati già ottenuti cercando di migliorarsi giorno dopo giorno, quindi prima di tentare un nuovo passo discografico, è bene che la band smussi certe proprie imperfezzioni rendendo così la propria musica accessibile ad un target più vasto di metal kids sempre più esigenti.

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