Recensione: Promo 2007

Di Nicola Furlan - 22 Maggio 2008 - 0:00
Promo 2007
Band: Devastator
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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67

I toscani Devastator colpiscono ancora. A breve distanza dall’ultimo full-length di inizio 2007, Alcoholic Invasion, compare sulla scena questo mini CD intitolato Promo 2007. Pochi brani che, tuttavia, costituiscono valida e indicativa sintesi di quello che, con molta probabilità, darà vita al nucleo del prossimo album in uscita entro fine anno.

L’EP contiene quattro tracce che lasciano ben sperare per due motivi: il primo è la sicura conferma di una continua evoluzione stilistica che, ormai, contraddistingue la band fin dal 2005 (anno del debutto). Il secondo è la continua crescita tecnica, che permette al combo di comporre brani sempre più originali, nei quali spesso si rinviene l’unione di più stili musicali.
Anche in questa occasione gli stili predominanti utilizzati nei brani sono sempre rock ‘n roll e thrash metal. E non è una novità: fin dal primo album gli ingredienti sono stati questi. Ad esempio, Thrash’n’War (2005) era stato concepito in stile Sodom, quindi con una prevalenza di teutonic thrash; Alcoholic Invasion (2007), invece, si avvicinava maggiormente ai Dezperadoz, grazie all’uso dello stoner rock.
Il passaggio al nuovo stile si coglie, soprattutto, nel parziale abbandono dei generi heavy/southern/thrash e nel contemporaneo avvicinamento al punk e all’hardcore più classico, con risultati piacevoli, grazie alla coinvolgente energia che riescono a trasmettere all’ascoltatore.

La tracklist scorre veloce senza intoppi e la scelta dei caratteristici ritornelli identifica perfettamente ogni singola proposta, semplice da canticchiare a memoria fin da subito. Unica pecca, la scelta di linee vocali poco dinamiche e quindi incapaci di sostenere un atteggiamento variegato per sonorità, groove e melodia. Pregevoli, invece, le sezioni ritmiche e i riff di chitarra, sempre pronti a tenere alta la bandiera di un thrash crudo e diretto. In particolare spicca per significativa crescita tecnica il batterista Luke, davvero convincente sopra l’ordinaria esecuzione. L’atteggiamento quindi è quello giusto. Vincente infine la linea produttiva molto ben calibrata e che fa risaltare tutta la potenza senza snaturarne il gusto marcio che permea l’intero mini CD.

Potrà cambiare il logo o rimanere inalterata la filosofia compositiva ma, nella sostanza, sono sempre loro. E, senza dubbio, ne sentiremo ancora delle belle!

Nicola Furlan

Tracklist:
01 A Very Famous Corpse
02 I Hate Cover Bands
03 Hypocrisy
04 Cemetery Beach

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