Recensione: Prove Them Wrong
Secondo album per le Serbe Jenner, dal titolo ‘Prove Them Wrong’ e disponibile dal 24 gennaio 2024 tramite Fighter Records.
La label Spagnola aveva anticipato la sua uscita ristampando, a marzo di quest’anno, ‘To Live To Suffer’, Full Length di debutto pubblicato originariamente nel 2017, anche se la band di allora era notevolmente diversa da quella attuale, che vede solo la chitarrista Aleksandra Stamenković, ora anche cantante, l’unica componente superstite.
Per il resto ‘Prove Them Wrong’ segue la scia del precedente: un rabbioso Heavy Metal dalle tinte Speed/Thrash ma anche carico di molta melodia.
Il tutto molto più curato, naturalmente. In particolare il look delle ragazze, devo dire: confrontando le foto dell’epoca con quelle attuali è molto meno “casual”, più ricercato ed “impostato” per colpire senza però essere troppo esclusivo … c’è dell’investimento qui! Ci sta! D’altronde per promoter e label questo è un lavoro.
Comunque quest’attenzione la band la merita, il suo potenziale è altissimo ed il trio suona alla grande.
‘Prove Them Wrong’ è un bel disco, dal sound compatto, potente e ruvido … un po’ scontato anche: man mano che si sviluppa arrivano i pezzi che ci si aspetta che arrivino: dopo due tracce molto energiche si passa ad una più fruibile e “banalotta” (‘Born For Something More’, un bel brano comunque), poi una traccia granitica ma cadenzata (‘Down In The Pit’) per dimostrare che non si corre solo… verso il fondo una semiballad con esplosione finale (‘I Saw It All Clear’), perchè la band esplora altri orizzonti, ma la conclusione è un assalto al fulmicotone (‘Laws of the Weak’), per precisare che non vuole neanche rinnegare le sue origini. Tracklist da manuale direi: un bel tentativo per ampliare il proprio seguito e farsi notare il più possibile.
Tentativo più che riuscito, la crescita c’è e si sente. Rispetto a ‘To Live Is To Suffer’ il songwriting di ‘Prove Them Wrong’ è più ambizioso e curato, meno tirato in faccia e più ragionato, con un buon bilanciamento tra riff e melodie e pentagrammi sì più complessi ma sempre belli fluidi.
Solo un pezzo, ‘Eye For An Eye’, non riesce ad arrivarmi (lo trovo un po’ stucchevole), il resto dell’album coinvolge e scorre piacevolmente, in particolare l’iniziale ‘No Time For Prayer’, la già citata ‘Down In The Pit’, l’arrabbiatissima ‘Not Even You’, un vero carro armato e la spedita ‘Never Say Die’.
Ultime parole sul guitar-work svolto da Aleksandra: parecchio tecnico e raffinato, ricco di passaggi complessi di alto livello. Tanto stratificato, però … cioè, va bene, ma a volte ci si dimentica che questo è un trio con una sola chitarrista. Mi chiedo come certe cose possano essere risolte dal vivo.
‘Prove Them Wrong’ è stato registrato, mixato e masterizzato da Luca Matković presso i Citadela Sound Production di Belgrado, Serbia.