Recensione: Puer
Nella prima metà degli anni ’90 sorse in Svezia un ampio movimento di gruppi che suonavano qualcosa a cavallo tra il Black e il Death, cosa che viene da molti identificato come black svedese. In qualche modo, questi Promaetheus Unbound mi riportano alla memoria quelle sonorità, quelle bellissime atmosfere. Questo loro lavoro è semplice e diretto, è fresco come una ventata nordica, e non da ultimo ben suonato e prodotto. Solo 3 pezzi, più che sufficienti a presentarci questa ennesima realtà italiana.
Dopo un arpeggio soffice che potrebbe ingannare sulle reali intenzioni di questo cd, si passa al vero e proprio brano; “The Cannibal Naphidim”, che unisce la velocità necessaria in questo contesto ad atmosfere che oggi sembravano essere quasi del tutto scomparse. Purtroppo in alcuni passaggi il suono si banalizza, andando a parare su una versione senza tastiere della scena melodica finlandese dei vari Skyfire o Moonsorrow. Muovendosi a cavallo tra questi due mondi così vicini ed allo stesso tempo lontani, uno simbolo di un glorioso passato, l’altro di un dubbioso presente, nasce Puer, che presumo essere il primo lavoro della band.
Nei loro momenti migliori mi hanno ricordato un’estremizzazione degli Azazel, e di tutta quella schiera di gruppi oramai scomparsa che tanto fecero parlare di sè qualche anno fa. L’esecuzione non è sempre impeccabile, e i vocalizzi, per quanto estremi, ogni tanto fanno sorridere; ma nel complesso il lavoro gode di grande personalità, e questi nei non intaccano granchè il giudizio finale. Di certo non ci sono parti inserite giusto per riempire, e che piacciano o no i Promaetheus Unbound hanno realizzato un lavoro onesto e curioso.
Intravedo il pericolo di trasformarsi nell’ennesima band sciaquetta, ma intravedo d’altra parte anche la voglia di non allinearsi ad un trend del momento. Non sta a me predire quale delle due parti avrà la meglio, per ora mi limito a valutare un demo nel quale sono emersi più pro che contro. Un demo che attrarrà di sicuro gli amanti del genere estremo (non importa se Death o Black) che hanno nel proprio cuore la nostalgia della scena di inizio anni ’90, dove prese il via l’avventura di molte band che oggi hanno ceduto il passo. Aggiungete pure qualche punticino alla valutazione.
Matteo Bovio
Line Up
Nepesh ra – rhythm-lead guitars
Eshla – drums
Paranoia – bass guitar
The Count – vocals
Synder – rhythm-lead guitars, backing vocals