Recensione: Punks Not Dead/Troops of Tomorrow [Expanded 2 Cd Edition]
Dopo la “piena” punk hardcore suscitata con l’uscita delle ristampe di Why/Hear Nothing See Nothing Say Nothing dei Discharge (qui recensione) la Captain Oi! sussidiaria della Cherry Red Records, raddoppia nientepopodimeno che con gli scozzesi The Exploited. Oggetto della recensione sono infatti Punks Not Dead, del 1981, disco che si piazzò al primo posto della classifica indie di quell’anno e si confermò a un’onorevolissima posizione numero 20 in quella nazionale, sempre nel Regno Unito, viatico che portò il gruppo a esibirsi all’interno della famosissima trasmissione Top of the Pops. Il secondo album è Troops of Tomorrow del 1982, in grado di bissare il successo nella classifica indie e far ancor meglio del predecessore in termini di chart ufficiale, posizionandosi al numero 17.
L’intera operazione, incapsulata dentro un digipak a tre ante, si accompagna a un libretto particolarmente ben riuscito di venti pagine. Esso contiene la storia degli Exploited – stranamente non firmata dall’autore della stessa, benché l’intero progetto sia a cura di Mark Brennan – ricompresa nel lasso temporale abbracciato dalla ristampa, ossia da quando si formarono nel 1979 in quel di Edimburgo per volere di Walter “Wattie” Buchan (voce) e del batterista Glen “Dru Stix” Campbell, ai quali si unirono il chitarrista Steve “Hayboy” Hay e il bassista Mark Patrizio – entrambi rimpiazzati già l’anno seguente da Gary McCormack e “Big” John Duncan – sino all’uscita del singolo “Computers Don’t Blunder” dell’ottobre 1982, di poco successivo a Troops of Tomorrow, datato maggio, sempre di quell’anno. Il tutto contornato da tantissime foto, copertine di riviste dell’epoca, ritagli di giornali, flyers, manifesti di concerti, cover di singoli e musicassette. A rinforzare il tutto i ricordi di Big John dell’epoca.
Così come i Death SS in ambito heavy metal, tanto per citare un esempio significativo, anche i The Exploited all’interno del mondo punk divennero divisivi, per molteplici motivazioni: eccessivamente grossolani, pacchiani, stereotipati, forzatamente punk nel look e nell’atteggiamento, voltagabbana per aver abbracciato più generi musicali, ostinatamente working class ma a bordo di van dotati di ogni confort durante i grossi tour. Incoerenti e venduti per molti, la vera essenza del punk per altri.
Il risultato? Amati alla follia piuttosto che ignorati, ad andar bene, quando non insultati. Fenomenologia tipica di qualsiasi emissario dell’eccesso.
Al di là di qualsivoglia posizione, comunque, traslando in discorso si di un piano prettamente musicale, la raccolta Punks Not Dead/Troops of Tomorrow, Expanded 2 Cd Edition gronda punk hardcore di razza dalla prima all’ultima nota, considerando anche l’alto livello delle bonus track incluse, arrivando a racchiudere in totale 49 brani. Queste quelle dentro il primo Cd: “Daily News” e “I Still Believe In Anarchy” dalla compilation Oi! The Album Compilation del 1980, l’Army Life EP del 1980, l’Exploited Barmy Army EP del 1980, il Dogs of War EP del 1981, il Dead Cities EP del 1981 e i pezzi “SPG” e “Cop Cars” tratte dallo split Anti-Pasti “Don’t Let ‘Em Grind You Down” del 1981. Il secondo se la gioca più o meno sullo stesso piano dal momento che include il singolo “Attack / Alternative” del 1982, lo split “Britannia Waives the Rules” del 1982, il singolo “Y.O.P. / Computers Don’t Blunder” del 1982 e il pezzo “Troops of Tomorrow” in versione radio edit.
Pezzi veloci, sguaiati, fracassoni, estremisti, ortodossi. Fuoco e fiamme per poco più di due minuti a botta, mediamente, eccezioni escluse. Testi equivalenti a veri e propri slogan infarciti da rozzi cori alcoolici. Molte le connessioni con i Motorhead. E vai così sino al termine, lungo un susseguirsi di classici: “Punks Not Dead”, “Cop Cars”, “Mucky Pup“, “Sex & Violence”, “Army Life Part 2”, “Exploited Barmy Army”, “UK 82”, “Alternative”, “Troops of Tomorrow”, “USA”.
Mr. The Exploited in persona, il cantante Walter “Wattie” Buchan, uomo dalla cresta impenitente, unico membro dell’attuale line-up presente dal primissimo giorno del 1979, una vera e propria living legend dell’hardcore punk crossover – con qualche spruzzata di thrash, per essere puntigliosi – si meriterebbe un monumento. Ma molto probabilmente gli basta stringere le mani di chi si complimenta con lui per cotanta militanza in occasione dei vari concerti, in linea con lo spirito d’altri tempi che diede loro i natali.
Alternative
I don’t wanna join the army
Alternative
I know it’s a waste of time
Alternative
No alternative is what they say
Alternative
The choice is mine
Stefano “Steven Rich” Ricetti