Recensione: Pure Motorized Instinct
Attivi dal 1998, i tedeschi Scornage confezionano con Pure Motorized Instinct la quarta release ufficiale in carriera, debuttando nel roster della Remedy Records. Il quintetto s’inserisce nell’affollato carrozzone dei moderni gruppi thrash con spruzzate death qua e là, non troppo lontano dai connazionali Dew-Scented; il genere è affrontato con discreta perizia, ma l’inflazione che da anni soffoca la scena difficilmente permetterà ai Nostri di emergere dall’anonimato che fin qui li ha accompagnati.
Salvo intuizioni geniali dell’ultima ora il filone ha esaurito le proprie risorse, per cui a un disco quale Pure Motorized Instinct sono richieste essenzialmente ispirazione e professionalità. Quest’ultima oggettivamente non manca, dalla produzione ruvida ma nitida (forse troppo) dei brani al tasso tecnico messo in campo dai musicisti, essenziale se si vuole competere in un mercato che richiede una certa padronanza dello strumento; chiuso un occhio sulla discutibile copertina, la cura del dettaglio soddisfa dunque i requisiti primari del settore. Purtroppo è il materiale a non tenere il passo: la proposta degli Scornage si attesta su una formula trita e ritrita, il cui spettro varia da massicci up-tempo a passaggi più catchy e ricercati, il tutto condito dal canonico binomio scream / growl; la meccanica dei brani predilige l’assalto frontale e si concede pochi fronzoli, delineando ancora più marcatamente il profilo di un prodotto che rischia seriamente di passare come usa-e-getta. La sufficienza è guadagnata grazie alla sfuriata di Blood Splattered Banner (come opener avrebbe dato di più), i riff di I Am Your Fear e Ship of Fools e un paio di ritornelli azzeccati, anche se alla lunga il songwriting tradisce una certa ripetitività; alleggerita di un quarto d’ora (il platter è un monolite da 50 minuti di durata), la tracklist guadagnerebbe senza dubbio in varietà e longevità.
Pure Motorized Instinct offre l’ennesimo spunto per mettere in guardia dalla presunta new sensation di turno, trappola promozionale che per esperienza nasconde solo articoli realizzati con lo stampino; convinzione e mezzi tecnici non mancano, ma ci vuole ben altro per giustificare l’acquisto di un lavoro che annovera alter ego più celebri e riusciti. Consigliato ai soli fanatici del genere, gli altri guardino altrove.
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist:
01 Scared to Be
02 Pure Motorized Instinct
03 Blood Splattered Banner
04 I Am Your Fear
05 Keep It to Yourself
06 Higher
07 Ahead of the Pack
08 Abgrund
09 Ship of Fools
10 The Ancient One
11 The End of the Food Chain
12 When There Is No More Room in Hell