Recensione: Purity
Terzo album degli ucraini Hate Forest, formazione dedita ad un black metal molto particolare e quadrato, opprimente e schiacciante, capace di creare un’aura di oscurità fitta e profonda.
Personalmente, questo capitolo risulta il migliore della band, caratterizzato da suoni sempre feroci e potenti, ma molto più intimi ed epici, i quali danno alle composizioni quel tocco di malinconia che rende il disco più pregevole. Anche in questo episodio sono presenti le caratteristiche growl vocals, profonde e malvagie, che anche questa volta ben si uniscono alla proposta musicale degli ucraini. Caratteristica di questo album, come ho detto prima, è il velo di tristezza che si stende sulle canzoni. Una malinconia che non fa altro che dare incisività al disco, rendendo i pezzi molto più spessi e profondi, e ce ne accorgiamo in canzoni come “The Immortal Ones” o “The Gates“, tracce che uniscono perfettamente la ferocia tipica della musica degli ucraini all’atmosfera malinconica che in questo disco viene creata.
Un lavoro perfetto, che esprime benissimo l’odio e la primordialità della musica dei Nostri: riff affilati, tempi di batteria sostenuti e mai fiacchi, voce letale e potente, composizioni ben fatte, “paganeggianti”, piene d’Odio e di Tristezza. Un disco ottimo, ben realizzato, che trascinerà l’ascoltatore in un mondo gelido e incontaminato. Non ci sono termini di paragone per questo album crudo e solenne, che vi assicuro, provocherà in voi più di una volta la pelle d’oca per quei riff monolitici e strazianti che strutturano questo capolavoro, con quei tocchi personali semplicemente “Slavi”.
Veramente consigliato a tutti gli amanti del Black Metal più “Forestale”.