Recensione: Quake Metal
Ragazzi avete presente l’Heavy Metal? No, non ci siamo, io parlo dell’Heavy Metal, ecco, ora che avete le idee più chiare (lo spero), prendete la parola Heavy Metal, elevatela all’n-esima potenza, risolvete la semplice formula matematica ed otterrete come risultato la seguente risposta: Menace.
Andiamo per gradi, i Menace sono una band italiana giunta finalmente alla pubblicazione di questo EP, quando ho ricevuto il disco in questione sono rimasto assulutamente impressionato dal professionale package ma ancor più dallo stupendo artwork di contorno, proiettili che sfondano un blocco d’acciaio, foto della band proveniente direttamente da un ipotetico 1980, insomma, già dalla grafica e dal contorno del disco “Quake Metal” (che titolo ragazzi!) i presupposti per un possibile mini capolavoro nostrano c’erano tutti.
Diciamo che l’ascolto del disco non ha minimamente intaccato tutte le impressiovi positive avute. Ragazzi, questi 5 musicisti sono una nuova realtà della scena Heavy Meta italiana e contribuiscono insieme ad act del calibro di Martiria, Wotan, Battle Ram, Rain (e qualche altro) a portare in auge una scena Nazionale che si attesta ad essere, a livello di band hard’nheavy, tra le più massicce e valide d’Europa.
Musicalmente i Menace sono influenzati principalmente dalla violenza sonora dei Judas Priest di Ram it Down/Painkiller e questo potrebbe già concludere la recensione. “Quake Metal” è aperto da Metal Avalance, potrei riassumere la canzone in 3 soli aggettivi: potenza, carisma, velocità e l’Heavy Metal è qui, in aggettivi come questi, chi se ne frega di tutte quelle melodie cervellotiche buone solo ad addormentarsi la sera quando abbiamo di fronte un prodotto che ci marchia sulla fronte la parola Heavy Metal in tutta la sua semplice genialità?
L’EP continua con Hittin in Herd altra imprescindibile canzone che si snoda su una sezione ritmica indiavolata e scandita dal poderoso riffing eretto dal duo chitarristico. Spendo una parola in più nei confronti del singer Rob che si rivela essere un’autentico portatore della timbrica alla Rob Halford di cui è evidentissimo estimatore nonchè fervido e platonico allievo. Con la seguente Evilness state sicuri che i ritmi non rallentano, infatti il pezzo è un’autentica grandinata di metallo pesante sui nostri timpani, ma è con la successiva hit song Messenger from Hell che l’act Menace raggiunge il suo punto compositivamente più altro, la song infatti si snoda su una costruzione strumentale fresca e potente di chiara derivazione “Ram It Down”, scandita da un possente drumming su cui si adagia l’incredibile voce del singer, la canzone è resa mitica anche in virtù dei suoi refrain tanto belli ed ossianici quanto irruenti e potenti. La successiva Redeemer (più cadenzata) e la seguente Bloodstained Razon (un nuovo uragano d’acciaio!) chiudono uno dei migliori EP mai partoriti in Italia. Ragazzi ascoltatemi, i Menace sono la prova vivente di come si può essere geniali, freschi e tutt’altro che scontati rimanengo comunque ancorati saldamente alle sonorità di un classicissimo Heavy Metal. Ulteriori commenti musicali al disco sono superflui quanto inutili, ah come si dice…a buon intenditor poche (mica tanto) parole, giusto? Menace, terremoto d’acciaio.
Vincenzo Ferrara
Per contatti: menace@rules.it