Recensione: Quantum Catastrophe
esibizionismo [e-si-bi-zio-nì-smo] s.m.
1. Tendenza a fare eccessiva mostra di sé
Ne abbiamo già parlato in occasione del loro debut album: i Brain Drill sono probabilmente il gruppo che maggiormente unisce il brutal death alla voglia di shredding, alla pura messa in mostra di tecnicismo esasperato. In occasione di quella recensione, avevamo criticato il fatto che il gruppo, per dimostrare le proprie capacità, scordasse di scrivere anche belle canzoni: un problema che prosegue, anche se parzialmente attenuato, anche nel nuovo Quantum Catastrophe.
Dopo una rivoluzione in line-up, che ha visto il gruppo sciogliersi temporaneamente dopo l’abbandono di tre quarti della formazione e riformarsi con nuovi membri intorno al solo fondatore Dylan Ruskin, i Brain Drill tornano a schiantarci un treno di riff velocissimi e pattern di batteria ultratecnici, mutuati dal prog più masturbatorio e uniti alla voglia di ultratecnica già tipica di gente mica da ridere come Origin, Deeds Of Flesh, Disavowed e compagnia brutal.
Ora, come tutti sappiamo questo è un genere che vive parecchio delle proprie performances: nel senso che buona parte del giudizio dato dall’ascoltatore si basa oggi, pare, su “quanto sia potente” il tale gruppo, “quanto sia veloce” il tale drummer, eccetera. Scordatevelo per questa recensione, piaccia o meno.
Siamo infatti qui per giudicare la bellezza complessiva di un disco, e non è onestamente possibile definire Quantum Catastrophe come un disco riuscito. Possiamo dire che i musicisti che vi suonano e che lo hanno composto abbiano caratteristiche sovrumane, ma se di un album, dopo decine di ascolti, rimangono solo parti sparse di brani – come ad esempio la più catchy Beyond Bludgeoned – e l’impressione di essere stati travolti da un Eurostar in corsa, qualcosa non torna.
Certo, possiamo anche solo apprezzare le capacità matematiche del gruppo e la concezione teorica del disco, nel modo in cui apprezziamo (teoricamente) la dodecafonia di Schoenberg di fronte alla normale musica classica, ma difficilmente ricorderemo una qualsiasi delle mille scale da 320 note in 3 secondi eseguite dai chitarristi nell’arco della tracklist. Come Schoenberg, anche i Brain Drill si preoccupano che tutti i semitoni di una scala cromatica siano eseguiti nel corso di un riff, ma davvero siamo sicuri che ci interessi un risultato simile, al di là dello spartito?
Giudizio troppo vago e poco specifico riguardo ai contenuti? Vi sfido, eccettuati i singoli passaggi elencati a trovare passaggi longevi in questo album. Come detto, ci sono eccezioni che non ci fanno considerare Quantum Catastrophe come del tutto insufficiente – e coincidono guardacaso coi rallentamenti, vedi anche Entity Of Extinction – e stiamo chiaramente parlando di potenziale enorme. Ora smettiamo di sprecarlo per fare i nerd e mettiamoci a fare dischi seri, per cortesia.
Alberto Fittarelli
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Tracklist:
1. Obliteration Untold 03:47
2. Beyond Bludgeoned 04:17 [mp3]
3. Awaiting Imminent Destruction 02:51
4. Nemesis of Neglect 04:28
5. Entity of Extinction 03:46
6. Mercy to None 03:14
7. Monumental Failure 03:28 [mp3]
8. Quantum Catastrophe 16:03