Recensione: Quicksilver Clouds
Mi è sembrato impossibile sul momento, ma devo ammettere di essermi dimenticato di conoscere già i finnici Throes Of Dawn; infatti nel 2002 ascoltai il precedente Binding of the Spirit che non mi colpì per nulla e lo archiviai senza troppe remore. Ora ci riprovo con il nuovo Quicksilver Clouds, edito dalla nostrana Avantgarde Rec. e che da subito è sembrato avere molte carte in più del suo predecessore.
Mi fa specie leggere tra i membri della band nomi quali Juha Ylikoski dei Rotten Sound (!), Harri Huhtala ex Cartilage (!) e Vomiturition (!) e Jani Martikkala (ex …And Oceans ed altri progetti vari) affiancati ai due deus ex machina Henri Koivula e Jani Heinola, ma questo dimostra che le etichette sono aria fritta se ci sono le capacità. Infatti, semplicemente per gioco, potrei sfidare chi lo ascolterà a trovare una falla vera in questo disco, per il semplice fatto che è stato confezionato con tale e tanta cura e conoscenza della materia da non avere punti deboli di sorta. Unico spartiacque sono i gusti personali, che potrebbero non essere in sintonia con la proposta in questione, cioè un gothic metal di taglio moderno che non calca la mano su nessun aspetto che non sia la piacevolezza delle melodie, la struttura facilmente godibile ed un feeling velatamente triste.
Pezzi studiati e ragionati, abbastanza personali ma soprattutto espressivi oltre che sufficientemente dotati per essere riconoscibili gli uni dagli altri tanto che, dopo pochi ascolti, è facile scoprirsi a canticchiarne il tema principale o ad aspettare quel particolare passaggio o fraseggio che ci è rimasto in mente in precedenza. Personalmente, rimango sempre affascinato dall’assolo morbido che chiude “Hyperion”, dandole un tocco malinconico ed emotivo, oppure mi soffermo spesso sulla melodia principale della title track, che mi ricorda lo stile The Gathering.
Spesso la prima track è quella con le maggiori doti rappresentative, la freccia che deve colpire subito l’attenzione aprendo il sentiero, ed infatti “Vertigo” unisce melodia, atmosfera ed un costrutto catchy, oltre ad essere una interessante hit. Se a questa caratteristica si aggiunge un’ottima produzione, piena, limpida e potente (difficile che un disco finlandese sia un buco nell’acqua in tal senso) e perfetta per mettere in risalto l’ariosità di alcuni passaggi, è facile capire la bontà dell’insieme. Ben coesi gli altri cardini guida: voce e duo chitarra/tastiera rendono luminosi alcuni passaggi; solida la prestazione vocale, non particolarmente virtuosa, ma estremamente funzionale per il contesto grazie anche all’utilizzo dello scream alternato al cantato pulito, prediligendo i toni medi e senza dare segni di incertezza sulla tenuta.
Sarà sempre appagante ascoltare un disco come questo, ma nella fattispecie come in altre occasioni, avanzo inevitabilmente qualche dubbio sulla longevità. Troppa facilità nella lettura ed una forma riuscita ma poco stimolante per la comprensione, alla lunga potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio detta anche “mancanza di profondità e di stimoli” che una volta esauriti, potrebbero stentare a rigenerarsi. Rimane indiscutibile che il lavoro fatto dalla band è un degno rappresentante di un filone ben preciso, a tal punto da superare abbondantemente la media delle release di siffatta forgia avendo una posa seriosa e composta, senza sbavature o passi falsi.
Quicksilver Clouds, un mezzo adatto a solleticare le proprie voglie di tristezza all’acqua di rose con una spruzzata di metal.
Tracklist
01. Vertigo
02. Hollow Reflection
03. Transcendence
04. Black Carbon Snow
05. Quicksilver Clouds
06. Hyperion
07. The Destroying Angel
08. Halo Of Flies
09. Ophelia