Recensione: Rabbits’ Hill Pt.1

Di Fabio De Carlo - 20 Marzo 2016 - 18:55
Rabbits’ Hill Pt.1
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

Si dice sempre che il primo album di una band sia il più facile, spesso considerato una bella sorpresa, il secondo album il più difficile, quello della conferma, ma è il terzo album quello che spesso segna la definitiva consacrazione.
Ebbene, dopo l’ottimo esordio “Evil Needs Candy Too”, la conferma “Tin Soldiers”, ecco la definitiva consacrazione per i Trick or Treat con il qui presente “Rabbits’ Hill Pt.1”.
Album che, per certi versi, percorre la strada di una naturale evoluzione che ogni grande band dovrebbe avere. E non mancano le sorprese, a cominciare dai numerosi ospiti di riguardo fra cui Andre Matos.

Per la prima volta i Trick or Treat si sono cimentati con un concept e si tratta di un progetto ambizioso che inizialmente doveva vedere la luce in un solo album, ma vista la complessità della storia l’opera è stata divisa in due parti. “Rabbits’ Hill pt.1“, infatti, è basato sul romanzo Fantasy di Richard Adams: “Watership Down”.
Un libro che tocca temi quali, la libertà, la vita di comunità e il sacrificio, in cui vengono  narrate le peripezie di un coniglio sensitivo e la sua conigliera, in cerca di una terra promessa in cui vivere.  Questo posto si chiama Watership, ovvero “La collina dei conigli”
 

Si parte con “Dawn Of Times” intro strumentale in cui i primi ospiti, narrano con enfasi, l’introduzione della storia
Ed ecco subito con “Prince With A 1000 Enemies”, i Trick che non ti aspetti, senz’altro più “cattivi” di come li abbiamo conosciuti fino ad ora: un concentrato di energia, fino al momento del refrain in cui il valore aggiunto Andre Matos, duetta magistralmente con Alessandro Conti.
Come inizio non c’è male.
La successiva “Spring In The Warren” è un breve pezzo dal sapore hard rock, soave ed enigmatico, che spiana la strada al successivo capitolo, “Premonition”. In questo caso ci troviamo all’ascolto di un brano più Heavy, con un refrain pomposo dal sapore mistico, che quasi senza accorgersene introduce magistralmente la poliedrica “Wrong Turn” in cui si assiste ad un duello a suon di riff e solo guitar.
Il viaggio prosegue con “False Paradise”, che ci riporta a sonorità prettamente “Happy” nonostante, giunti a questo punto della storia, il testo sia fra i più cupi.
Introdotta da un riff acustico, si entra immediatamente nel vivo con un refrain che non chiede altro che essere cantato a squarciagola sotto il palco!
Si prosegue su ritmi elevati con “Between Anger And Tears”, continua ricerca della perfezione, in cui si raggiungo livelli altissimi, questo è il brano più articolato di tutto l’album, impreziosito da un refrain adrenalinico e riff entusiasmanti.
Veloce come un treno in corsa e duro come un pugno nello stomaco, subentra la title-track, “Rabbit’s Hill” che mostra come dovrebbe essere un vero brano di Power Metal.
Anche in questo caso si ripete l’ennesimo duello a suon di chitarre fra i Guido e Cabri.
Siamo quasi in dirittura d’arrivo, ma prima incamminiamoci in sentieri dal sapore epici, con “The Tale Of Rowsby Woof”, che grazie al contributo di Maurizio Cardullo, catapultato fin qui direttamente dai bergamaschi Folkstone, con flauti e cornamusa, dona al brano elementi Folk che si amalgamano alla perfezione al tema già delineato negli episodi precedenti.
Con “SassoSpasso”, la scena è tutta di Villani, mentre “I’ll Come Back For You”, con quel suo chorus bello ruffiano, non può passare inosservata.
Segue la ballad “Bright Eyes”, con la quale cala il sipario su “Rabbits’ Hill Pt.1” …Un brano per palati fini!

È doveroso infine, spendere due parole sullo splendido artwork, realizzato ancora una volta da Alessandro Conti, il quale si è occupato anche delle illustrazioni del Booklet.  
Gli album dei Trick or Treat hanno sempre avuto delle cover di notevole fattura e anche “Rabbits’ Hill” non poteva essere da meno.
Peccato per tutta quella gente che non sfoglierà mai questo il libretto, avendo ritenuto più “furbo” procurarsi il CD comodamente da casa, con un semplice click.
È davvero triste sapere che in pochi secondi si può avere un prodotto dietro al quale ci sono anni di lavoro, sacrifici anche economici e tante speranze.
“Condividete la passione, non la musica. Andate ai concerti. Se scaricate, ammazzate le band che amate.”
Da parte mia, spero vivamente che chi stia leggendo questa recensione faccia parte di chi ama e sostiene la musica.

Ultimi album di Trick or Treat

Genere: Power 
Anno: 2018
80
Genere:
Anno: 2009
82