Recensione: Raff
Ci sono dischi che riescono a suscitare emozioni provenienti dal passato. “Raff” dei Raff è uno di questi, e non si tratta meramente di una sensazione legata alla qualità del suono che viene espresso alle casse. La faccenda è più complessa e nello stesso tempo di una semplicità disarmante: all’interno delle canzoni risiede l’essenza di un qualche cosa di magico. Nella fattispecie le radici dell’heavy fucking metal che molti di noi amano alla follia. In questi casi l’anagrafica conta eccome, c’è poco da fare. Due colonne dell’HM italico come Chris e Master Bianco se non avessero un po’ di capelli bianchi in testa non sarebbero di certo riusciti a confezionare un disco come “Raff”, che, nonostante sia targato 2014, si può considerare a tutti gli effetti un postumo.
Al Suo interno convivono egregiamente l’onda lunga dell’Hard anni Settanta e l’euforia dell’HM tout court degli Eighties, quello accompagnato dalla sana esplosione di violenza sonora che segnò un’epoca e che ancora oggi permane a livello di caposaldo.
I Raff di Roma, nonostante la lunghissima milizia siderurgica e le grandi soddisfazioni che sono riusciti a cavarsi – supporter degli Iron Maiden nel 1981 durante la calata tricolore che tocca Padova e Milano, tour negli Usa come membri dei Raw Power – solo per riportare due dei tanti highlight della Loro esistenza artistica, a livello di release ufficiali, fino ad ora, si limitavano all’Ep del 1985 uscito sotto l’egida della SPQR Records. Prima, ma soprattutto, dopo, il nulla… E, si sa, senza uscite da supportare, è difficile suonare dal vivo ma soprattutto spargere il verbo, in questo caso denominato Raff.
Il tempo, però, spesso, è galantuomo e quindi a una distanza siderale di anni, finalmente e ufficialmente, si possono godere le bordate di pezzi quali Rafforce Commandos, Dreamer, Driven Mad e compagnia ribollente sia in vinile, tramite la Cruz del Sur Music, che in Cd, grazie alla recentissima uscita marchiata Jolly Roger Records, oggetto della recensione.
I due blancos, chiamato al proprio capezzale una sicurezza come Tony Arcuri alla chitarra e messisi di buzzo buono, hanno sparato in un sol colpo un po’ tutta la storia della band fatta canzone all’interno di quest’album dalla copertina nera, registrando ex novo i vecchi cavalli di battaglia.
“Raff” si accompagna a un booklet di sedici pagine con i testi di tutte le canzoni, alcune foto attuali e altre d’antan ma soprattutto due facciate dedicate alla storia di Chris, Master e sodali: gli uomini di Via degli Zingari 33, coloro i quali fecero da riferimento all’intera scena dura romana degli anni Ottanta. Pagine pregne di passione, confezionate dalla penna di Giovanni Loria della rivista Classix Metal, per l’occasione tanto fan quanto archeologo.
L’epopea dell’HM dello Stivale, ancor prima di quello della Capitale, passa anche per di qua…
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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