Recensione: Raging Waters
Pochi sono i gruppi francesi capaci di farsi conoscere anche al di fuori dei confini nazionali, fatto che probabilmente noi
italiani commentiamo con un ghigno di soddisfazione. Qualche band transalpina meritevole in ogni caso esiste e i Syrens
Call ne sono un esempio.
Attivi ormai da dieci anni, i sei propongono un metal sinfonico ispirato ai Nightwish prima maniera, dove ritmi power,
orchestrazioni e trame vagamente prog accompagnano il cantato femminile. Detto così può sembrare il solito disco perfetto ma
senza anima. Sbagliato! Fin dalle prime note si capisce che i francesi, pur muovendosi in un ambito abbastanza ristretto,
sanno caratterizzare il proprio sound con personalità.
Hang On To Life dà il via all’album Raging Waters e subito lascia un po’ spiazzati con quell’aria pop anni ’80
e la vocina delicata, quasi da sigla dei cartoni animati, di Soraya Hostess: look da fata dark, la nostra Soraya non è certo
tecnicamente valida come colleghe più blasonate, ma il suo timbro contribuisce a dare una precisa identità al sound dei
Syrens Call.
Molto simile per l’immediatezza del coro la successiva I’m Your Only One, che però presenta una struttura maggiormente
articolata, lenta ed epica inizialmente e in doppia cassa nella strofa. Somigliante Ashes Of Destiny, però debole nel
ritornello, mentre in Cruel Love le parti si invertono e l’accelerazione power questa volta segue una strofa delicata
dove arpeggi e riff si alternano. Spettacolare Perfidious Paradise, quasi una versione robusta di una pop song per le
melodie ruffiane, ma efficaci, e spolveratine di elettronica.
Sottolineata quella che è forse l’arma vincente dei Syrens Call, c’è da dire che in ogni caso Raging Waters
scorre piacevolmente grazie ad una certa varietà nel sound, che ci permette di passare dalla veloce ed aggressiva Never
Come Back Home a un brano malinconico ma non deprimente come One Bloody Kiss.
In chiusura i transalpini si sbizzarriscono con la loro vena prog, prima con la strumentale Relapse, buon esercizio
per duelli tra tastiera e chitarra, in seguito con la suite di dieci minuti The Dance Of Light. Come sovente accade in
canzoni di questo tipo, atmosfere e cambi di velocità si alternano, ma non sempre trovano la giusta amalgama: fa capolino
anche un growl nel bridge che anticipa un ritornello davvero convincente, proposto in un primo momento sopra ad un tappeto di
doppia cassa e ripresentato nel finale su di un ritmo più lento che dà la giusta enfasi agli ultimi minuti del brano.
Una piacevole sorpresa e un’ulteriore dimostrazione di quanto il metal ci renda tutti fratelli: per una volta anche gli
altezzosi francesi si sono resi simpatici.
Federico Albano
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Tracklist:
1. Hang On To Life
2. I’m Your Only One
3. Ashes of Destiny
4. Cruel Love
5. Perfidious Paradise
6. Never Come Back Home
7. Desecrated Past
8. One Bloody Kiss
9. Relapse
10. The Dance of Light
Line-up:
Vocals: Soraya HOSTENS
Lead Guitar: Thibaut COISNE
Drums: Sébastien PAUL
Rythm Guitar: Stéphane THURIOT
Keyboards: Frank MANIER
Bass: Eric SERRE