Recensione: Raìs

Di Daniele Balestrieri - 19 Novembre 2008 - 0:00
Raìs
Band: Panzerfaust
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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60

Non è certamente un nome che brilla di originalità quello prescelto dal “Marchese” Ferus, polistrumentista factotum e unico membro della band. Di Panzerfaust è piena la letteratura e la musica, eppure sembra esserne ben conscio quando, tra le corna del logo, aggiunge la parola “unholy” che, parole sue, “distingue dalla massa senza far parte del titolo”.

Niente male. Come ci si può aspettare da una band di tale nome, il genere proposto è black metal che l’artista stesso chiama “raw” ma che in realtà, se paragonato al vero raw black metal, mostra ben più di un punto debole, tra parentesi pressoché ambient a piccoli intralci folk italici che colgono decisamente di sorpresa. Emblematica è la tetra intro, “Prospera et Mestruificat“, che sembra uscire da un film di Dario Argento e che NON prepara al tribalissimo attacco della title track, “Raìs“, che inizia come potrebbe iniziare un brano dei Sepultura post-Chaos A.D.

Facile è a questo punto scoprire che questo non è un album rigido come vuole la scuola del black metal primordiale; al contrario si abbandona a scelte a tratti felici e a tratti non particolarmente riuscite. Interessante è la voce iper-riverberata, in scream per l’80% dell’album e in clean – senza lesinare persino brevi stralci growl – per il restante 20%.
Parlare di “clean” effettivamente non è proprio il massimo, specie se si porta la mente a clean leggendari come quelli di Vortex o di Cornelius: diciamo che il nostro Ferus offre all’ascolto un parlato nasale con un retrogusto quasi… erotico, che non mancherà di strappare un sorriso specialmente nella interlocutoria “Pain” o nella brutale e blasfema “Mary Virgin Raped in Hell!!!“, un resoconto abbastanza limpido, diciamo, di uno degli immaginari più comuni tra le schiere dei blackster anticattolici giurati.

Il breve demo intrattiene, e questo di per se è già un pregio, anche se l’intrattentimento “gioviale” derivato da alcune scelte al limite del ridicolo non è tipico dell’attitudine propria del black metal feroce alla quale cerca di aderire sia concettualmente che visivamente. I riff che compongono i brani propriamente detti sono abbastanza trascinati e non brillano di particolare originalità; la drum machine è a tratti decisamente fastidiosa ma questo è uno dei problemi principali delle one-man band che sempre più popolano il circuito dell’underground.
La relativa imprevedibilità è l’aspetto più interessante di questo Raìs; altrove, la scelta dei riff può essere migliorata, così come l’alternanza tra di essi da un brano all’altro.
Una maggiore cura nei dettagli può giovare al futuro delle due tracce conclusive, d’atmosfera dichiaratamente norvegese e di intenti tutt’altro che scontati. Insomma un lavoro riuscito a metà, con belle idee che non aspettano altro che di essere messe a frutto.

Daniele “Fenrir” Balestrieri

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TRACKLIST:

1. Prospera et Mestruificat
2. Raìs
3. Ave et Inferi
4. Pain
5. Mary Virgin Raped in Hell!!!
6. Unholy Suicide

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