Recensione: Rarezas
Si sa, il rapporto che lega la Locomotive Music ai Mago De Oz non è mai stato idilliaco e peggiora di anno in anno, di mese in mese, di giorno in giorno forse, come conseguenza proprio del successo inaspettato della band ispanica, successo che la Locomotive non è preparata a sostenere. A dire il vero la Dro Atlantic non ha fatto di meglio. Si prenda l’esempio recente di “Gaia II: La Voz Dormida”, ultimo nato in casa Mago: l’approssimativa organizzazione di promozione e distribuzione del doppio compact è sintomo di una leggerezza imbarazzante alla base del lavoro dell’etichetta spagnola che, con molta probabilità, non ha precedenti. E pensate che in decine di paesi europei (Italia compresa) è ancora un oggetto di sola importazione.
A quanto pare, la band peccò di inesperienza al momento della firma del contratto e oggi, ingoia l’ennesimo boccone amaro intitolato Rarezas, venti brani racimolati in sette anni di recording-sessions, dal 1998 al 2004 e pubblicati senza il preventivo parere della stessa, sia esso positivo che negativo. Illegittimo?
Lo deciderà il tribunale che sta lavorando sulla causa legale intercorsa tra le parti, noi di Truemetal ci limitiamo a comunicarvi gli estremi di un eventuale acquisto della raccolta.
La musica degli spagnoli è un lucido e inarrestabile metabolismo di heavy, power e hard rock influenzato dai brillanti inserti folcloristici che introducono sporadiche sfumature celtiche e non.
La voce utilizzata a fianco della tessitura ritmica è in lingua madre ma Rarezas ci presenta i primi strappi alla regola mettendo a disposizione le cover personalizzate delle immortali Man On The Silver Mountain (Rainbow), dove Josè Andrea duetta con sua eminenza Doro Pesch, Strange World (Iron Maiden) e Whole Lotta Love (Led Zeppelin) eseguite rigorosamente in inglese.
C’è spazio poi per qualche metal version (Ancha es Castilla) contrapposte a squisite versioni acustiche di vecchi cavalli di battaglia (Mari Tormes, Molinos De Viento, El Turno De La Rosa) dove epiche armonizzazioni e soli vibranti mettono in risalto le qualità del batterista Txus di Fellatio, da sempre ideatore e compositore nei Mago De Oz.
Si segnala la presenza di quattro brani dal vivo, Molinos De Viento (1999) caratterizzata da una pessima registrazione, Finisterra (2001) che, nei suoi quindici minuti conferma coi suoi complessi cambi di tempo e con le funamboliche improvvisazioni tutta la versatilità del gruppo, e le recenti (2004) “messicane” El Cantar De La luna Oscura e Pensando en Ti.
Potevano mancare le chicche goliardiche? Resacosix en Hispania, Pijo còmene la polla e Quijote Y Sancho aggiungono quel pizzico di sana ironia che, è proprio il caso di confermarlo in questa sede, non manca mai.
Se non conoscete i Mago De Oz e avete voglia di scoprire il loro mondo, puntate il mirino su uno qualsiasi degli ultimi cinque dischi della loro discografia e premete il grilletto, ogni colpo sarà un centro perfetto. Avvicinatevi a questa raccolta solo se fate parte della ingente schiera di fanatici, non imprescindibile e quasi superflua ma di un gruppo, oggi, al massimo della forma, tanto da essere considerato dalla smaliziata etichetta che ne cura i diritti, una sorta di “gallina dalle uova d’oro”.
Gaetano Loffredo
Tracklist CD1:
01.Resacosix en Hispania
02.Pijo, còmene la polla
03.Pachamama
04.Pensando en ti
05.Dondo el corazòn te lleve (tratto dal solista di Josè Andrea 2004)
06.Gracias a la sociedad (Tributo ad Apaio Seke 2005)
07.Quijote y Sancho
08.Mari Tormes
09.Molinos de viento
10.El turno de la rosa (sulla melodia de “La Rosa de los Vientos” 2000)
Tracklist CD2:
01.El que quieta entender…
02.Man on the silver mountain
03.Strange world
04.Whole lotta love
05.Ancha es castilla
06.Concierto para ellos (Tributo a Baron Rojo)
07.Molinos de viento (live from Rock Machina Fest 1999)
08.Finisterra (live from La Riviera 2001)
09.El cantar de la luna oscura (live from Mexico 2004)
10.Pensando en ti (live from Mexico 2004)