Recensione: Rave the Abyss
Gli olandesi Beyond Belief nascono come progetto musicale nel lontano 1986, dando alla luce due album, tre demo ed una raccolta. “Rave the Abyss” esce originariamente nel 1995 e viene oggi ristampato tramite Hammerheart Records.
La band vive nel momento in cui doom e death metal si incontrano, pensando ad un ideale incontro tra Trouble ed i Bolt Thrower. Parliamo così di un sound dai toni heavy, che si contamina con il genere della morte e con strutture che rimandano anche al thrash. Come era uso in quei periodi, molto delle scuole “classiche” era presente, proprio per lo stato primordiale di questi connubi di attitudini. Sempre dello stesso paese, ci vengono in mente gli Asphyx, in cui tra l’altro lo stesso A.J. van Drenth, membro della band in analisi, ha fatto parte.
Il disco mesce toni aulici, che per solennità portano alla mente l’epic, a un fortissimo odore di morte in stile Incantation. Troviamo i suoni più vicini alla scuola europea però, parlando strettamente di produzione, un’espressività per nulla muscolare e potente,attenta alle ambientazioni, influenzando poi molte realtà adepte della scena dutch.
“Rave the Abyss” contiene spunti interessanti, mantenendosi genuino ed ancora libero da determinati dettami dei vari generi citati. La cadenze doom di ‘Cursed’ scandiscono con magniloquenza la monolitica essenza di un full-length robusto, ma non scevro di sulferee divagazioni che richiamano Black Sabbath, Candlemass, spingendosi poi al death e al thrash.
Respiriamo così a pieni polmoni quella vitalità degli anni novanta, da un’ispirazione che parte da un decennio prima (1986) da parte dei Beyond Belief e che frutta un capitolo discografico unico e prezioso, nel panorama del paese di origine.
Esoterismo sublima in una morte che è tutto fuorché irreale od onirica, drappo polveroso ricamato da storia e personalità. Se non conoscevate questa realtà dovreste scoprirla, se non altro per meglio comprendere il filone e l’evoluzione del medesimo. I conterranei olandesi Officium Triste, The Gathering, Asphyx sono solo una parte di una storia ricca di uno stile distinguibile ed efficace, nonostante il passare degli anni.
Stefano “Thiess” Santamaria