Recensione: Ravenheart

Di Paolo Beretta - 19 Gennaio 2008 - 0:00
Ravenheart
Band: Xandria
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

Mi sono avvicinato agli Xandria solo l’anno scorso recensendo la loro ultima fatica Salomé e sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa band tedesca dedita ad un metal sinfonico, dalle lievi tinte gotiche, capace di unire elementi orientali. Sono andato involontariamente alla riscoperta del loro passato trovando il secondo capitolo a soli 8 euro dal mio negoziante di fiducia.

Ravenheart è uno di quegli album che calzano a pennello per chi vuole iniziarsi al metal avendo un impatto estremamente soft. Il sound è scevro di colpi di scena e ricalca palesemente la strada di Within Temptation e Nightwish senza raggiungerne minimamente le vette. Rispetto a Salomé manca, per gran parte del disco, un minimo di originalità che possa rendere differente e riconoscibile il prodotto. I riff sono sopiti e nascosti in un mare di tastiere mentre la voce di Lisa Middelhauve si esprime sempre sugli stessi binari. Voce sensuale, non troppo alta e intrigante la sua, ma anche monocorde ed incapace di variare nelle tonalità. Questo fatto, unito ad un songwriting solo sufficiente, rende Ravenheart pericolosamente esposto alla noia. Le canzoni si assomigliano moltissimo per la struttura essendo caratterizzate da prevedibili crescendo pomposi sottolineati pesantemente dalle tastiere. I riff scontati, lenti e pesanti si volatilizzano nel bridge di turno che ha il compito di mettere in evidenza la voce di Lisa accompagnandola fino al ritornello. Se questo può andar bene per una manciata di brani apripista, non può essere l’unico appiglio al quale gli Xandria si tengono stretti per la scalata al mercato del metal sinfonico. In conclusione Ravenheart è una profusione di mid tempo ineccepibili per forma, ma che entrano ed escono dalle mie orecchie senza disturbare o scomodare la mia attenzione. 
Black Flame cerca di differenziarsi parzialmente unendo elementi elettronici ad un bel giro di chitarra mentre l’apripista Ravenheart si distingue dal resto perchè mette sul piatto le migliori linee melodiche dell’intero disco e gioca su una riuscita alternanza tra chitarra acustica e riff mai troppo pesanti. Ma il resto scivola via con troppa facilità. La ballata Eversleeping è un brano estremamente commerciale, scontato e radiofonico che potreste apprezzare al meglio se in dolce compagnia.

In sostanza Ravenheart mostra mancanza di attributi. Quando potrebbero graffiare i nostri non lo fanno fino in fondo. Non cambiano i tempi, il cantato e lo sbadiglio arriva puntuale alla fine del disco quando Keep My Secret Well muore con l’ultima nota senza lasciare segno del suo passaggio.
Insomma credo di poter dire con certezza che nel 2004 gli Xandria erano ancora una band acerba e “inutile”. L’ultima fatica del 2007 Salomé mostra una formazione molto più matura e degna di attenzione.

Paolo “FIVIC” Beretta 

TRACKLIST:

01.Ravenheart
02.The Lioness
03.Back To The River
04.Eversleeping
05.Fire Of Universe
06.Some Like It Cold
07.Answer
08.My Scarlet Name
09.Snow-White
10.Black Flame
11.Too Close To Breathe
12.Keep My Secret Well

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