Recensione: Re-Evolution
Con l’uscita di Re-Evolution gli italianissimi The Prowlers festeggiano il decennio di attività in ambito release discografiche, iniziate appunto con il demo Cd omonimo targato 1999, nato tre anni dopo la costituzione del gruppo. L’album rappresenta il terzo sigillo ufficiale in carriera, successivo a Soul Thieves (2003) e Devil’s Bridge (2006), sancendo l’esordio sotto l’egida della Pure Steel Records. Tredici sono i pezzi proposti
La dolce Parting Words, interpretata da Martina Pelosi, apre il disco, ma l’attacco vero parte con Red Smoke, un episodio che si rifà ai dettami del Power e che ha il proprio punto di forza nel bridge, orecchiabile ma non troppo, comunque sempre al servizio della canzone e non viceversa. Spazio libero alla sezione ritmica Cappabianca/Vincis da ¾ della traccia in poi. Il songwriting dei The Prowler non è dimentico di quella tradizione soprattutto nordica che vuole l’HM supportato dalle tastiere e infatti rilegge alla grande la lezione in The Real Me e nella successiva Firefly. In entrambe le occasioni spicca la prestazione vocale di Fabio Minchillo, credibile quanto i maestri del genere. Wonderful Creatures apre il suono dei Nostri a lidi tipicamente Progressive fino a che l’attenzione non viene letteralmente rapita dalle note soavi della ballad Do You Feel The Same, impreziosita dalla performance caratterizzante ma mai invadente di Martina in veste di special guest. Sbalorditiva la prova del singer: tanto a suo agio sia con le sirene che con il miele sparso. Difficile davvero resistere alla tentazione di pigiare il tasto skip all’indietro dopo i cinque minuti e ventisei secondi di durata della traccia per un riascolto.
In Your Conscience e The Profession Pt.1: Home si perpetuano gli ammiccamenti di cui sopra con quest’ultima a mo’ di summa della sapienza compositiva dei romani: oltre sei minuti di musica variegata che non riesce ad annoiare, roba non da tutti i giorni! Le tastierone invadenti alla Van Halen anni Ottanta la fanno da padrone nella prima parte di The Prayer che poi torna in sé e si ricanalizza nei binari consueti dei The Prowler. Il tuffo nel passato è costituito da 1001 Lies, solo nelle intenzioni però: il brano risulta sfilacciato e privo del mordente necessario per lasciare il segno che invero tarda ad arrivare anche con la seguente De Bello Gallico VI-VIII, traccia veramente troppo pomposa e forzata per scaturire l’orgasmo epico negli intenti dei Nostri, cori in latino compresi, nonostante alcuni passaggi mozzafiato di alta caratura durante i sei minuti e trentatre di durata. Chiusura con la piacevolissima sorpresa racchiusa in La Belle Ferronniere, episodio atipico dove la voce di Martina Pelosi e le note di una chitarra acustica raggiungono accattivanti vette cariche di pathos e feeling.
Incentivare i The Prowlers a lavorare su se stessi per ottenere dal Loro suono una “More Killing Attitude” risulterebbe fin troppo semplicistico: equivarrebbe a smorzare il flavour dei Nostri che invece hanno scelto la strada più ostica per fare la differenza. Questo Re-Evolution segna un deciso passo avanti nel cammino intrapreso dai romani – peraltro denso di insidie – alla ricerca del proprio Sacro Graal metallico.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
01. Parting Words
02. Red Smoke
03. The Real Me
04. Firefly
05. Wonderful Creatures
06. Do You Feel The Same
07. Insomnia
08. Your Conscience
09. The Profession Pt.1: Home
10. The Prayer
11. 1001 Lies
12. De Bello Gallico VI-VIII
13. La Belle Ferronniere
Line-up:
Fabio Minchillo – Vocals
Stefano “Napo” D’Orazi – Guitars
Fabio “The Eldar” Schirato – Guitars
Alessandro Vincis – Bass
Massimiliano De Stefano – Keyboards
Claudio “Dr.K” Cappabianca – Drums