Recensione: Reaching Horizons
Questo che mi appresto a recensire è il primo demo Cd dei brasiliani Angra, quello che probabilmente ha dato loro l’opportunità di avere il contratto con la LMP. Originariamente fu pubblicato nel 1992 e solo qualche anno dopo fu ristampato dalla nostrana Lucrezia Records , presumibilmente per il mercato europeo.Il valore di questo lavoro è difficilmente quantificabile in quanto molti dei brani contenuti diventeranno con Angels Cry delle vere e proprie pietre miliari del power degli ultimi 10 anni. La formazione in questo periodo è praticamente quella che ritroveremo per i primi 3 album, con l’unica eccezione del batterista che su questo demo è Marco Antunes. Come accadrà spesso in futuro i compositori di tutti i brani sono Matos e Bittencourt e a parte la produzione non proprio perfetta ( comunque buona per essere un demo) le canzoni si rivelano già sopra la media e la voce di Matos inizia da subito a regalarci emozioni.
Il Cd inizia con Carry On (original version): intro di Schubert ( dalla Sinfonia # 8 ‘Incompiuta’) e subito dopo il riffone sparato diventato ormai famosissimo. Il testo, come per altri brani che verranno successivamente pubblicati, è leggermente diverso ma la vera sorpresa si ha quando si arriva al ritornello. La linea vocale di quest’ultimo è infatti diversa da quella che tutti conosciamo, molto più Helloween oriented. Successivamente è la volta di Queen of the Night. Il brano è lo stesso che appare nel singolo Freedom Call in una versione priva di orchestrazioni, più diretta che però mantiene inalterato il fascino della canzone, a mio parere una delle più belle degli Angra (qui la citazione ‘classica’ è per Mozart e il suo ‘Flauto Magico’). Si continua con Angels Cry e anche in questo caso le differenze con la versione finale sono notevoli, a partire dal cantato iniziale che riprende direttamente quello che tutti conoscono come il bridge prima del ritornello. Anche in questo caso le orchestrazioni sono ridotte e appaiono solo nella parte centrale del brano dove troviamo la doppia citazione a Paganini e Mozart.Come quarto brano troviamo Time: mid tempo raffinato e molto suggestivo, quasi invariato rispetto alla versione definitiva. Si arriva così a Evil Warning , altro grande classico degli Angra. Questa versione più ‘grezza’ con alcune linee vocali differenti, non intacca minimamente la bellezza intrinseca del brano che ci regala il bellissimo assolo centrale ispirato dall’ Inverno di Vivaldi .( Ascoltando questa versione del brano si sente ancora di più la stretta parentela con il brano Running Alone, apparso sull’ultimo Rebirth).
Il demo si chiude con la sentita ballad nonché title-track Reaching Horizons (apparsa anch’essa sul singolo Freedom Call). Qui si può apprezzare il lato più melodico della band e gli acuti più imprendibili di Matos. In coda appaiono tre bonus: la prima è Carry On (official version), molto più vicina alla versione apparsa su Angels Cry. La seconda è Don’t Dispair, bel brano hard ‘n’ heavy che a tratti ricorda alcune cose dei Maiden . Per quanto ne sappia, fin’ora non è più stato pubblicato. In chiusura (definitiva) troviamo invece la ‘speed version’ di Wuthering Heights , così come avrebbero voluto proporla gli Angra sul loro debutto (almeno così dichiarò Andre in una vecchia intervista). Questa versione è a mio parere più interessante di quella apparsa successivamente, in quanto si può apprezzare lo ‘spirito Angra’ alle prese con una cover non proprio metal. Al momento non conosco la reperibilità di questo lavoro (quando fu ristampato da Lucrezia Records sembrò una specie di edizione limitata per i fans) che comunque rimane dedicato a chi vuole avere tutto degli Angra.
Per i fans dunque l’acquisto è consigliato (se riuscite a trovarlo) per gli altri non è sicuramente fondamentale. PS: se fosse stato recensito all’epoca della sua pubblicazione , questo demo avrebbe sicuramente preso una valutazione ottima ( la qualità della musica è sopra la media dell’epoca e della media attuale). Oggi ha un valore puramente storico e ‘affettivo’.